È stata organizzata a Verona, dal 20 al 23 novembre, la IV edizione del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, sul tema: “Oltre i luoghi, dentro il tempo”. Nella serata inaugurale della manifestazione è stato trasmesso il videomessaggio che Papa Francesco ha inviato ai partecipanti.
Di seguito la trascrizione. (In fondo al testo il video)
Carissimi,
un cordiale saluto a tutti voi che partecipate alla quarta edizione del Festival della dottrina sociale della Chiesa che quest'anno ha come tema: "Oltre i luoghi dentro il tempo". Questo titolo mi suggerisce alcune riflessioni.
La prima riguarda
l'andare oltre. La situazione di crisi sociale ed economica nella quale ci troviamo può spaventarci, disorientarci o farci pensare che la situazione è così pesante da concludere che noi non possiamo farci niente. La grande tentazione è fermarsi a curare le proprie ferite e trovare in questo una scusa per non sentire il grido dei poveri e la sofferenza di chi ha perso la dignità di portare a casa il pane perché ha perso il lavoro. E quelli che cercano soltanto
di curare le proprie ferite, finiscono truccandosi. Questa è la trappola. Il rischio è che l'indifferenza ci renda ciechi, sordi e muti, presenti solo a noi stessi, con lo specchio davanti, per cui tutto avviene nella nostra estraneità. Uomini e donne chiusi in sé stessi. C’era qualcuno così che si chiamava Narciso… Quella strada, no. Noi siamo chiamati ad andare oltre e rispondere ai bisogni reali.
È urgente abbandonare i
luoghi comuni, che sono ritenuti sicuri e garantiti, per liberare le molte energie nascoste o non
conosciute che sono presenti e operano molto concretamente. L'etica cristiana non è una dogana
alla pluralità di espressioni con le quali si manifesta il bene e la cura del prossimo. Andare oltre
vuol dire allargare e non restringere, creare spazi e non limitarsi al loro controllo. Sarebbe
bellissimo se i molteplici rivoli del bene andassero a creare un fiume grande la cui acqua vince
l'aridità e porta nuova fecondità, facendo risplendere e rendere bella e amabile questa vita e
questo tempo. Andare oltre significa liberare il bene e goderne i frutti.
Per andare oltre è necessario prendere l'iniziativa.
So che al Festival è dedicato un ampio
spazio all'economia, agli imprenditori, alle imprese e alla cooperazione. Oggi anche in ambito
economico è urgente prendere l'iniziativa, perché il sistema tende ad omologare tutto e il denaro
la fa da padrone. Il sistema ti porta a questa globalizzazione non buona che omologa tutto. E il
padrone di questa omologazione chi è? E’ il denaro. Prendere l'iniziativa in questi ambiti
significa avere il coraggio di non lasciarsi imprigionare dal denaro e dai risultati a breve termine
diventandone schiavi.
Occorre un modo nuovo di vedere le cose! Vi faccio un esempio. Oggi si
dice che tante cose non si possono fare perché manca il denaro. Eppure il denaro c'è sempre per
fare alcune cose e manca per farne altre. Ad esempio il denaro per acquistare armi si trova, per
fare le guerre, per operazioni finanziarie senza scrupoli, si trova. Di questo solitamente si tace;
si sottolineano molto i soldi che mancano per creare lavoro, per investire in conoscenza, nei
talenti, per progettare un nuovo welfare, per salvaguardare l'ambiente. Il vero problema non sono
i soldi, ma le persone: non possiamo chiedere ai soldi quello che solo le persone possono fare
o creare.
I soldi da soli non creano sviluppo, per creare sviluppo occorrono persone che hanno
il coraggio di prendere l'iniziativa.
Prendere l'iniziativa significa sviluppare un'impresa capace di innovazione non solo
tecnologica; occorre rinnovare anche le relazioni di lavoro sperimentando nuove forme di
partecipazione e di responsabilità dei lavoratori, inventando nuove formule di ingresso nel
mondo del lavoro, creando un rapporto solidale tra impresa e territorio. Prendere l'iniziativa
significa superare l'assistenzialismo. Vivere questo tempo intensamente porta a scommettere su
un futuro diverso e su un diverso modo di risolvere i problemi.
Anche qui vorrei portarvi
un
esempio. Mi hanno raccontato di un papà che ha un figlio down. Per questo figlio il padre ha
fatto tutto ed ha usufruito dei servizi che sono messi a disposizione dagli enti pubblici per
l'istruzione, la cura, la vita sociale. Ma non si è accontentato. Per suo figlio voleva pensare
qualcosa che gli desse più dignità e più autonomia. Si è inventato una cooperativa costituita da
ragazzi down, ha studiato un lavoro adatto a loro, ha fatto una convenzione con un'azienda profit
per la vendita dei loro prodotti...; insomma, ha creato le premesse lavorative con le quali suo
figlio può costruirsi il suo futuro e la sua sana autonomia. È un esempio di andare oltre.
Fermarsi
significa chiedere ancora e sempre allo Stato o a qualche ente di assistenza, muoversi significa
creare nuovi processi. E qui è il segreto:
creare nuovi processi e non chiedere che ci diano nuovi
spazi. Questi nuovi processi non sono il risultato di interventi tecnici, sono i risultati di un amore,
che, sollecitato dalle situazioni, non è contento finché non inventa qualcosa e diventa risposta.
Prendere l'iniziativa significa anche considerare l'amore come la vera forza per il
cambiamento.
Amare il proprio lavoro, essere presenti nelle difficoltà, sentirsi coinvolti e
rispondere responsabilmente è attivare quell'amore che ciascuno di noi ha nel cuore, perché lo
Spirito ce l'ha donato. Prendere l'iniziativa è la risposta a quel di più che è tipico dell'amore. Se
noi stiamo dentro il tempo con questo di più, questo di più dell'amore, avvieremo sicuramente
qualcosa di nuovo che favorirà la crescita del bene. Con questa visione della realtà diventa quasi
naturale promuovere e sviluppare i, talenti. Agevolare l'espressione e la crescita dei talenti è ciò
che siamo chiamati a fare e per far ciò è necessario aprire spazi. Non controllare spazi, aprirne.
Si tratta di far circolare le capacità, l'intelligenza, le abilità di cui le persone sono state dotate.
Liberare i talenti è l'inizio del cambiamento; questa azione fa superare invidie, gelosie, rivalità,
contrapposizioni, chiusure, quelle chiusure preconcette, e apre ad una gioia, alla gioia del nuovo.
Evidentemente parlando di talenti si sottintende che il discorso riguarda in particolare i giovani.
Se vogliamo andare oltre dobbiamo investire decisamente su di loro e dare loro molta fiducia.
Ma mi domando: qual è la percentuale di giovani, oggi, disoccupati e senza lavoro? Questo
significa andare oltre, o andare indietro?
Per cambiare bisogna andare avanti insieme e nella stessa direzione.
Qualcuno potrebbe
chiedersi: "Andare oltre, prendere iniziative, liberare spazi, attivarsi non potrebbe creare
confusione?".
Troviamo la risposta nell'idea di tempo che ci trasmette la Bibbia. Il tempo è
grazia e pienezza. Andare oltre i luoghi non è il risultato della casualità individuale ma della
condivisione di un fine: la storia è un percorso verso il compimento. Se ci muoviamo come
popolo, se andiamo avanti insieme, la nostra esistenza evidenzierà questo significato e questa
pienezza.
Concludo inviando un saluto di cuore a ciascuno. Colgo l'occasione per ringraziare il
Vescovo di Verona che ospita questa bella iniziativa, ed esprimo il mio grazie sincero a Don
Vincenzi per aver organizzato anche quest'anno il Festival della dottrina sociale, e auguro di
proseguire in questo impegno di formare una nuova coscienza sociale. E per favore vi chiedo di
pregare per me. Vi benedico di cuore.