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Cimitero di Prima Porta. Papa Francesco: la tristezza si mescola alla speranza

Ilaria Solaini mercoledì 2 novembre 2016

Papa Francesco per la commemorazione dei fedeli defunti celebra la Messa, per la prima volta, nel piazzale antistante l’ossario del cimitero di Prima Porta, nella periferia Nord di Roma.




Papa Francesco
depone dei fiori segno di speranza per i defunti prima della celebrazione presso il cimitero di Prima Porta.

“Giobbe era nel buio, era proprio nella porta della morte: in quel momento di angoscia, di dolore, di sofferenza, Giobbe proclama la speranza”. Con queste parole è cominciata l’omelia di Papa Francesco per la Messa in suffragio di tutti i fedeli defunti, nel cimitero romano di Prima Porta.



Francesco ha citato le parole pronunciate da Giobbe, oggetto della prima lettura: "Io so che il mio Redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere. Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro". «La commemorazione dei defunti – ha spiegato Papa Francesco – ha questo doppio senso: un senso di tristezza, il cimitero è triste, ci ricorda i nostri che se ne sono andati, ci ricorda anche il futuro, la morte. Ma in questa tristezza noi portiamo dei fiori, come un segno di speranza, anche posso dire di festa, ma più avanti, non adesso…». «E la tristezza si mischia con la speranza”, ha proseguito Francesco: «È questo che tutti noi sentiamo oggi, la memoria dei nostri davanti alle spoglie loro e la speranza. Ma anche sentiamo che questa speranza ci aiuta, perché anche noi dobbiamo fare questo cammino».




In questa
commemorazione dei fedeli defunti Papa Francesco ha sottolineato come «la tristezza si mischia con la speranza».

«Torniamo a casa oggi con questa doppia memoria: la memoria del passato, dei nostri cari che se ne sono andati. E la memoria del futuro, il cammino che anche noi andremo a fare, accompagnati dalla certezza uscita dalle labbra di Gesù: “Io resusciterò nell'ultimo giorno”».
In un altro passaggio dell'omelia pronunciata al cimitero Prima Porta Papa Francesco aveva ricordato «Noi camminiamo il cammino che Gesù per primo ha fatto. Con la sua Croce ci ha aperto la Porta della speranza, ci ha aperto la Porta dove contempleremo Dio». «Tutti noi faremo questo cammino. Prima o poi, ma tutti. Con il dolore, [con] più o meno dolore, ma tutti. Ma, con il fiore della speranza, con quel filo forte che è ancorato all’aldilà: ecco che quest’ancora non delude; la speranza della Resurrezione».

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