Regina Coeli. L'appello del Papa per il Sudan: si fermi al più presto la violenza
Nel Regina Coeli della terza domenica di Pasqua, il Papa ha commentato il brano evangelico dell'incontro del Risorto con i discepoli di Emmaus. Ha sottolineato l'importanza di rileggere alla sera la nostra vita insieme a Gesù, attraverso un esame di coscienza quotidiano aprendo il cuore senza difese, così che anche ciò che sembra faticoso e fallimentare può apparire sotto un’altra luce.
Come i discepoli di Emmaus, anche noi, ha spiegato Francesco, "di fronte a ciò che ci accade possiamo ritrovarci smarriti di fronte agli eventi, soli e incerti, con tante domande e preoccupazioni, delusioni". Il Vangelo di oggi "ci invita a raccontare tutto a Gesu', con sincerita', senza temere di disturbarlo, senza paura di dire cose sbagliate, senza vergognarci della nostra fatica a capire. Il Signore e' contento quando ci apriamo a Lui; solo in questo modo puo' prenderci per mano, accompagnarci e tornare a farci ardere il cuore".
In questo modo, ha continuato il Papa, possiamo rivivere l'esperienza di quei due discepoli. "Davanti all'amore di Cristo, anche ciò che sembra faticoso e fallimentare può apparire sotto un'altra luce: una croce difficile da abbracciare, la scelta del perdono di fronte a un'offesa, una rivincita mancata, la fatica del lavoro, la sincerità che costa, le prove della vita familiare ci potranno apparire sotto una luce nuova, quella del Crocifisso Risorto, che sa fare di ogni caduta un passo in avanti". Ma per fare questo "è importante - ha precisato - togliere le difese: lasciare tempo e spazio a Gesu', non nascondergli nulla, portargli le miserie, farsi ferire dalla sua verità, lasciare che il cuore vibri al soffio della sua Parola. Possiamo cominciare oggi, dedicare, questa sera, un momento di preghiera durante il quale
chiederci: com'e' stata la mia giornata? Quali gioie? Quali tristezze? Noiosità? Quali sono state le sue perle, magari nascoste, per cui ringraziare? C'e' stato un po' di amore in quello che ho fatto? E quali sono le cadute, le tristezze, i dubbi e le paure da portare a Gesu' perche' mi apra vie nuove, mi risollevi e mi incoraggi?", ha concluso il Pontefice.
Dopo il Regina Coeli gli appelli del Papa per il Sudan e l'Ucraina
Sempre più critica la situazione in Sudan. Il Papa, dopo la preghiera mariana del Regina Coeli, rinnova, come domenica scorsa, la sua vicinanza per il Sudan: “Rimane purtroppo grave la situazione in Sudan: rinnovo di nuovo il mio appello affinché cessi al più presto la violenza, sia ripresa la strada del dialogo. Invito tutti a pregare per i nostri fratelli e sorelle sudanesi”.
Nel Paese africano i combattimenti tra il gruppo paramilitare e l'esercito sono entrati nella seconda settimana dopo una breve pausa. Più di 150 persone di varie nazioni hanno già raggiunto l'Arabia Saudita in una prima operazione di evacuazione dei civili. Intanto dal Sudan è cominciata un vero e proprio esodo: gli Stati Uniti hanno completato l'evacuazione del personale della loro ambasciata, che al momento rimane chiusa. In corso anche l'uscita protetta dei cittadini francesi.
"Non dimentichiamoci dei nostri fratelli e sorelle ucraini ancora afflitti da questa guerra", ha aggiunto il Pontefice rinnovando il suo pensiero per l'Ucraina, che ribadisce in ogni occasione da tredici mesi, ovvero dal momento dell'invasione da parte della Russia. Ma il Pontefice, forse tra i pochi leader nel mondo, ha cominciato a preoccuparsi dell'Ucraina anni fa, quando percepì che il conflitto nel Donbass avrebbe portato ad una escalation di morte e distruzione.
È con la questione ucraina nel cuore, dunque, che Papa Francesco venerdì 28 aprile partirà per Budapest per fare ritorno domenica 30 aprile. La guerra e la questione dell'accoglienza ai migranti saranno al centro di questo viaggio apostolico, come ha annunciato lui stesso proprio nel corso della preghiera del Regina Coeli che, in questo tempo liturgico, sostituisce l'Angelus.
"Venerdì prossimo mi recherò per tre giorni a Budapest, in Ungheria, a completamento del viaggio compiuto nel 2021 per il Congresso eucaristico internazionale.
Sarà anche un viaggio al centro dell'Europa sulla quale continuano ad abbattersi gelidi venti di guerra, mentre gli spostamenti di tante persone - ha affermato il Papa riferendosi alla delicata questione dell'accoglienza ai profughi e ai migranti, rispetto alla quale ha visioni molto diverse dal premier ungherese Viktor Orban - pongono all'ordine del giorno questioni umanitarie urgenti". Poi si è rivolto "con affetto ai fratelli e alle sorelle ungheresi in attesa di visitarvi: so che state preparando con tanto impegno la mia venuta, vi ringrazio di cuore per questo. E a tutti voi - ha detto rivolgendosi ai fedeli presenti in Piazza San Pietro per la preghiera mariana - chiedo di accompagnarmi con la preghiera in questo viaggio".