Papa

Il gesto. Il Papa pranza in Vaticano con 1300 bisognosi

Riccardo Maccioni giovedì 14 novembre 2024

Il Papa a pranzo con alcuni bisognosi

Leggendo e meditando il Vangelo lo diciamo spesso, ma nella vita quotidiana lo dimentichiamo quasi sempre: i poveri hanno un posto privilegiato nel cuore di Dio. E ce l’hanno al punto che il Padre è impaziente fino a quando non ha reso loro giustizia. Questo concetto è il filo conduttore del Messaggio del Papa per l’VIII Giornata mondiale dei poveri, in programma domenica prossima 17 novembre. Tema della riflessione di Francesco, tratta dal Libro del Siracide, è “La preghiera del povero sale fino sa Dio”. E se questo è vero, e naturalmente lo è, «abbiamo bisogno di fare nostra la preghiera dei poveri e pregare insieme a loro», spiega il Pontefice. Specie in quest’anno, il 2024, dedicato alla preghiera in preparazione al Giubileo del 2025, si tratta di «una sfida che dobbiamo accogliere e un’azione pastorale che ha bisogno di essere alimentata». Perché «la peggior discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale». Significa, anche, che l’opzione preferenziale per i poveri deve tradursi principalmente in un’attenzione religiosa privilegiata e prioritaria. In questo senso la preghiera ci insegna a guardare il mondo e l’umanità con gli occhi di Dio. A cominciare dagli obiettivi che gli uomini e le donne si pongono come obiettivi della loro vita. «La mentalità mondana – riflette in proposito il Papa - chiede di diventare qualcuno, di farsi un nome a dispetto di tutto e di tutti, infrangendo regole sociali pur di giungere a conquistare ricchezza. Che triste illusione! La felicità non si acquista calpestando il diritto e la dignità degli altri». Un’evidenza che si manifesta in tutta la sua drammaticità oggi. «La violenza provocata dalle guerre mostra con evidenza quanta arroganza muove chi si ritiene potente davanti agli uomini, mentre è miserabile agli occhi di Dio. Quanti nuovi poveri produce questa cattiva politica fatta con le armi, quante vittime innocenti! Eppure – continua il Pontefice -, non possiamo indietreggiare. I discepoli del Signore sanno che ognuno di questi “piccoli” porta impresso il volto del Figlio di Dio, e ad ognuno deve giungere la nostra solidarietà e il segno della carità cristiana». Ma quest’attenzione non può prescindere dall’afflato spirituale, perché la Chiesa è altro rispetto alle tante agenzie filantropiche e solidaristiche, pur estremamente meritorie, che operano nel mondo. Al tempo stesso, la preghiera non può che «trovare nella carità concreta la verifica della propria autenticità. Infatti, la preghiera e le opere si richiamano a vicenda: se la preghiera non si traduce in agire concreto è vana; (…) tuttavia, la carità senza preghiera rischia di diventare filantropia che presto si esaurisce».

Questa l’eredità lasciata da tanti santi come madre Teresa di Calcutta, che ripeteva sempre come proprio la preghiera fosse il luogo da cui attingeva fede e forza per servire i poveri. Il 26 ottobre 1985, ha ricordato il Papa, quando parlò all’Assemblea generale dell’Onu mostrando a tutti la corona del Rosario che teneva sempre in mano, madre Teresa disse: «Io sono soltanto una povera suora che prega. Pregando, Gesù mi mette nel cuore il suo amore e io vado a donarlo a tutti i poveri che incontro sul mio cammino. Pregate anche voi! Pregate, e vi accorgerete dei poveri che avete accanto». Assieme a santa Teresa, l’esempio di san Benedetto Giuseppe Labre (1748-1783), povero tra i poveri, la cui urna si trova a Roma, nella chiesa di Santa Maria ai Monti, ed è meta di tanti pellegrinaggi. «Non avendo nemmeno una piccola stanza dove alloggiare – ha aggiunto Bergoglio - dormiva abitualmente in un angolo delle rovine del Colosseo, come “vagabondo di Dio”, facendo della sua esistenza una preghiera incessante che saliva fino a Lui».

La Messa, il pranzo, la benedizione delle chiavi

Come detto, la prossima Giornata mondiale dei poveri si terrà il 17 novembre e il Papa alle 10 presiederà l’Eucaristia nella Basilica di San Pietro. Prima della Messa benedirà 13 chiavi, in rappresentanza dei Paesi in cui la Famvin Homeless Alliance (Fha), della Famiglia Vincenziana, con il Progetto “13 case” per il Giubileo, costruirà nuove abitazioni per persone disagiate. Tra queste nazioni anche la Siria, le cui case saranno finanziate direttamente dalla Santa Sede come gesto di carità per l’Anno Santo. Dopo la celebrazione eucaristica il Papa pranzerà in Aula Paolo VI insieme a 1.300 poveri. A offrire il pasto, organizzato dal Dicastero per il Servizio della Carità, sarà la Croce Rossa Italiana la cui Fanfara garantirà l’accompagnamento musicale. Al termine del pranzo a ogni persona sarà distribuito uno zaino offerto dai Padri Vincenziani, contenente viveri e prodotti per l’igiene personale. Inoltre, dall’11 al 16 novembre l’Ambulatorio Madre di Misericordia, struttura collegata al Dicastero per il Servizio della Carità che offre quotidianamente assistenza sanitaria gratuita ai poveri e ai bisognosi, rimane aperto con orario continuato dalle 8 alle 17.