Gender. Il Papa: cancellare le differenze tra uomo e donna è cancellare l'umanità
Il Papa durante l'udienza con il Centro di ricerca e antropologia delle vocazioni
Cancellare le differenze tra uomo e donna oggi significa «cancellare l'umanità»: ecco perché l'ideologia gender è «il pericolo più brutto». È questo il monito lanciato da papa Francesco oggi durante l'udienza con i partecipanti al Convegno internazionale «Uomo-donna immagine di Dio. Per una antropologia delle vocazioni» promosso dal Centro di ricerca e antropologia delle vocazioni (Crav) e che si tiene in Vaticano nell’Aula del Sinodo.
Parlando a braccio prima del discorso che poi è stato letto da monsignor Filippo Ciampanelli, il Pontefice ha ringraziato i presenti per il tema scelto per l'incontro e ha messo in guardia dall’ideologia del gender, «che annulla le differenze».
«Ho chiesto di fare studi a proposito di questa brutta ideologia del nostro tempo, che cancella le differenze e rende tutto uguale - ha poi annunciato Francesco -; cancellare la differenza è cancellare l’umanità. Uomo e donna, invece, stanno in una feconda “tensione”. Io ricordo di aver letto un romanzo dell’inizio del Novecento, scritto dal figlio dell’Arcivescovo di Canterbury: The Lord of the World. Il romanzo parla del futuribile ed è profetico, perché fa vedere questa tendenza di cancellare tutte le differenze. È interessante leggerlo, se avete tempo leggetelo, perché lì ci sono questi problemi di oggi; è stato un profeta quell’uomo», ha concluso Bergoglio.
Nel discorso, poi, il Papa ha messo al centro il tema del convegno, ricordando che «la vita dell’essere umano è vocazione». «Non dimentichiamolo - ha detto Francesco -: la dimensione antropologica, che soggiace ad ogni chiamata nell’ambito della comunità, ha a che fare con una caratteristica essenziale dell’essere umano in quanto tale: quella, cioè, che l’uomo stesso è vocazione».
Sottolineando, poi, che «nessuno è inutile e insignificante per l’amore di Dio», il Papa ha citato anche un passaggio di una meditazione di san John Henry Newman.
Infine, nel discorso del Pontefice, c'era anche un appello perché «si sviluppi una sempre più efficace circolarità tra le diverse vocazioni, perché le opere che sgorgano dallo stato di vita laicale al servizio della società e della Chiesa, insieme al dono del ministero ordinato e della vita consacrata, possano contribuire a generare la speranza in un mondo sul quale incombono pesanti esperienze di morte».