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Anm. Il Papa: in Italia vuoto legislativo su vita e migranti

Riccardo Maccioni sabato 9 febbraio 2019

La giustizia come virtù cardinale e non come abito da indossare occasionalmente. L’affievolirsi della coscienza civica, con un ripiegamento nel privato che spesso diventa terreno di coltura dell’illegalità. La rivendicazione di una molteplicità di diritti cui si affianca una scarsa percezione dei propri doveri e dei bisogni primari di molti. È un discorso ampio, dai numerosi registri, quello che il Papa ha rivolto all’Associazione nazionale magistrati in occasione del 110° anniversario della sua fondazione.

In particolare nel richiamare la centralità del ruolo svolto dall’Anm, Francesco sottolinea che «senza giustizia tutta la vita sociale rimane inceppata, come una porta che non può più aprirsi, o finisce per stridere e cigolare, in un movimento farraginoso». Si tratta allora di impegnarsi per consentire il superamento degli ostacoli al regolare funzionamento della macchina giudiziaria e al formarsi di una coscienza collettiva che mette il bene comune al primo posto.

Di qui la riflessione sulla «carenza di risorse per il mantenimento delle strutture e per l’assunzione del personale», sulla crescente complessità delle situazioni giuridiche, soprattutto sulla complessità di un ordinamento che spesso sembra muoversi in modo disarticolato. Ogni giorno infatti – osserva in proposito il Papa –, dovete fare i conti da un lato, con la sovrabbondanza delle leggi, che può causare una sovrapposizione o un conflitto tra leggi diverse, antiche e recenti, nazionali e sovranazionali; e, dall’altro, con vuoti legislativi in alcune importanti questioni, tra le quali quelle relative all’inizio e alla fine della vita, al diritto familiare e alla complessa realtà degli immigrati. Queste criticità – prosegue Francesco – richiedono al magistrato un’assunzione di responsabilità che va oltre le sue normali mansioni, ed esige che egli constati gli eventi e si pronunci su di essi con un’accuratezza ancora maggiore».

Infine nel sottolineate la centralità di un organismo cui aderisce il 90% dei magistrati, il Pontefice si augura che l’Anm sappia rispettare e perseguire quanto si prefigge, cioè che «l’indipendenza esterna, che porta ad affermare con forza il suo carattere non politico (cfr Statuto, art. 2), tenga lontani da voi i favoritismi e le correnti, che inquinano scelte, relazioni e nomine; e l’indipendenza interna (cfr Statuto, art. 1) vi renda invece liberi dalla ricerca di vantaggi personali, capaci di respingere «pressione, segnalazione o sollecitazione diretta ad influire indebitamente sui tempi e sui modi di amministrazione della giustizia» (Statuto, art. 2)».