Udienza. Il Papa: è dalle tasche che il diavolo entra nella nostra vita
Papa Francesco tra la gente durante l'udienza generale di mercoledì 21 agosto
A volte «i cristiani non diffondono il profumo di Cristo, ma il cattivo odore del proprio peccato. E non dimentichiamo mai: il peccato ci allontana da Gesù, il peccato ci fa diventare olio cattivo. E il diavolo di solito entra dalle tasche – state attenti». Quello lanciato da papa Francesco durante l'udienza generale in aula Paolo VI è un forte richiamo all'urgenza di continuare a coltivare l'impegno di realizzare, «per quanto possiamo e ognuno nel proprio ambiente», la vocazione a essere «il buon odore di Cristo nel mondo». Un profumo, ha sottolineato il Papa, che «si sprigiona dai “frutti dello Spirito”, che sono - come sottolinea la Lettera ai Galati - amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé».
Parole accompagnate, al termine della catechesi, da un rinnovato appello per la pace: «Non dimentichiamoci la martoriata Ucraina che soffre tanto - ha detto il Pontefice -. Non dimentichiamo il Myammar, il Sud Sudan, il Nord Kivu e i tanti Paesi che oggi sono in guerra. Preghiamo per la pace. E non dimentichiamo la Palestina e Israele: che ci sia la pace!».
Un pensiero, inoltre, è andato ai catechisti: «Oggi, commemorazione di san Pio X - ha notato il Papa -, in tante parti del mondo si celebra il giorno della catechista. Pensiamo ai nostri catechisti e alle nostre catechiste, coraggiosi, che sono in tante parti del mondo i primi a portare avanti la fede».
Nella sua meditazione il Pontefice, proseguendo il ciclo di catechesi dedicato al tema «Lo Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza», si è soffermato su «“Lo Spirito del Signore è su di me”. Lo Spirito Santo nel Battesimo di Gesù».
Ma cosa succede con il Battesimo di Gesù? «Nel Giordano Dio Padre ha “unto di Spirito Santo”, cioè ha consacrato Gesù come Re, Profeta e Sacerdote - ha risposto il Papa -. Infatti, con olio profumato venivano unti nell’Antico Testamento i re, i profeti e i sacerdoti. Nel caso di Cristo, al posto dell’olio fisico, c’è l’olio spirituale che è lo Spirito Santo, al posto del simbolo c’è la realtà: c’è lo Spirito stesso che scende su Gesù».
Gesù, ha sottolineato ancora Francesco, «era pieno di Spirito Santo fin dal primo istante della sua Incarnazione. Quella però era una “grazia personale”, incomunicabile; ora, invece, con questa unzione, riceve la pienezza del dono dello Spirito ma per la sua missione che, come capo, comunicherà al suo corpo che è la Chiesa, e a ognuno di noi». L’unzione, ha aggiunto il Papa, «ci fa profumo, e anche una persona che vive con gioia la sua unzione profuma la Chiesa, profuma la comunità, profuma la famiglia con questo profumo spirituale».
Un profumo, però, ha affermato, che a volte i cristiani non portano, diffondendo, invece, il cattivo odore del peccato. Da qui l'invito a sforzarsi per offrire al mondo «il buon odore di Cristo», che viene dai frutti dello Spirito, che sono le virtù: «Che bello trovare una persona che abbia queste virtù - ha aggiunto Bergoglio -: una persona con amore, una persona gioiosa, una persona che crea la pace, una persona magnanima, non tirchia, una persona benevola che accoglie tutti, una persona buona. È bello trovare una persona buona, una persona fedele, una persona mite, che non sia orgogliosa. Se ci sforziamo di coltivare questi frutti e quando noi troviamo questa gente allora, senza che ce ne accorgiamo, qualcuno sentirà intorno a noi un po’ della fragranza dello Spirito di Cristo. Chiediamo allo Spirito Santo che ci faccia più consapevoli unti, unti da Lui».