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Angelus. Il Papa chiede di cessare le violenze dovute alle guerre

Gianni Cardinale lunedì 16 settembre 2024

Nuovo accorato appello di Papa Francesco per la pace nella «martoriata» Ucraina, in Myanmar, in Medio Oriente. Lo ha lanciato in occasione della recita dell’Angelus di ieri, rivolgendo un pensiero speciale alle famiglie degli ostaggi israeliani uccisi a Gaza nei giorni scorsi.

«Non dimentichiamo le guerre che insanguinano il mondo», ha detto il pontefice dopo aver guidato la preghiera mariana dalla finestra del Palazzo Apostolico. «Penso – ha aggiunto - alla martoriata Ucraina, al Myanmar, penso al Medio Oriente. Quante vittime innocenti! Penso alle mamme che hanno perso figli in guerra. Quante giovani vite stroncate! Penso a Hersh Goldberg-Polin, trovato morto in settembre, insieme ad altri cinque ostaggi, a Gaza. Nel novembre dell’anno scorso, avevo incontrato la madre, Rachel, che mi ha colpito per la sua umanità. L’accompagno in questo momento. Prego per le vittime e continuo ad essere vicino a tutte le famiglie degli ostaggi. Cessi il conflitto in Palestina e Israele! Cessino le violenze, cessino gli odi! Si rilascino gli ostaggi, continuino i negoziati e si trovino soluzioni di pace».

Prima della preghiera Francesco ha commentato il Vangelo del giorno con il racconto di Gesù, che dopo aver chiesto ai discepoli cosa pensava la gente di Lui, domanda direttamente a loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». E con Pietro che dapprima risponde in maniera perfetta («Tu sei il Cristo»), ma subito dopo viene rimbrottato da Gesù, che lo paragona a Satana, perché non accetta che Gesù cominci a parlare della sofferenza e della morte che lo aspettano.

«Guardando all’atteggiamento dell’apostolo Pietro, - ha commentato il vescovo di Roma - possiamo anche noi interrogarci su che cosa significa davvero conoscere Gesù».

«Per conoscere il Signore – ha spiegato il Papa - non basta sapere qualcosa di Lui, ma occorre mettersi alla sua sequela, lasciarsi toccare e cambiare dal suo Vangelo». Si tratta cioè «di avere con Lui una relazione, un incontro che cambia la vita: cambia il modo di essere, cambia il modo di pensare, le relazioni che hai con i fratelli, la disponibilità ad accogliere e a perdonare, le scelte che fai nella vita. Tutto cambia se davvero hai conosciuto Gesù!». «Fratelli e sorelle, il teologo e pastore luterano Bonhoeffer, vittima del nazismo - ha continuato Francesco -, ha scritto così: “Il problema che non mi lascia mai tranquillo è quello di sapere che cosa sia veramente per noi oggi il cristianesimo o anche chi sia Cristo”». «Purtroppo - ha commentato il Papa -, tanti non si pongono più questa domanda e restano “tranquilli” anche lontano da Dio». «È importante invece chiederci - ha quindi concluso -: io mi lascio scomodare, mi domando chi è Gesù per me e che posto occupa nella mia vita?».

Nel dopo Angelus Francesco ha espresso anche la sua vicinanza alle popolazioni del Vietnam e del Myanmar, che soffrono a causa delle inondazioni provocate da un violento tifone, benedicendo «quanti stanno portando aiuto».

Quindi ha ricordato che proprio ieri, a Città del Messico, è stato beatificato Moisés Lira Serafín, sacerdote, fondatore della Congregazione delle Missionarie della Carità di Maria Immacolata, morto nel 1950, dopo una vita spesa ad aiutare le persone a progredire nella fede e nell’amore del Signore. «Il suo zelo apostolico – ha aggiunto il Pontefice invocando un applauso per il nuovo beato - stimoli i sacerdoti a donarsi senza riserve per il bene spirituale del popolo santo di Dio».

Francesco ha anche ricordato che ieri in Italia si celebrava la Giornata dei malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), assicurando «un ricordo nella preghiera per loro e per i familiari; incoraggio il lavoro di ricerca su questa patologia e le associazioni di volontariato».

Infine il saluto ai romani e ai pellegrini presenti in piazza San Pietro. In particolare ai fedeli della parrocchia Santa Edwige Regina di Radom in Polonia; al gruppo di sacerdoti gesuiti giunti a Roma per gli studi; agli studenti di Stade in Germania; e ai partecipanti alla staffetta a piedi da Roma ad Assisi. E poi ai «ragazzi dell’Immacolata, che hanno avuto tre ordinazioni in questi giorni, complimenti!».