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Vaticano. Il Papa apre gli archivi su Pio XII

Enrico Lenzi lunedì 4 marzo 2019

Ottanta anni fa - il 2 marzo 1939 - il cardinale Eugenio Pacelli veniva eletto Papa assumendo il nome di Pio XII. E in occasione di quell'anniversario, papa Francesco, uno dei suoi successori, annuncia che presto gli studiosi e i ricercatori avranno la possibilità di consultare tutti i documenti su quel pontificato, sino alla morte di Pacelli, avvenuta a Castel Gandolfo il 9 ottobre 1958.

L'annuncio è arrivato durante l'udienza concessa all'Archivio Segreto Vaticano, che sta proprio curando, su desiderio già di Benedetto XVI, la preparazione di questa immensa documentazione lungo 19 anni di regno di Pio XII, parte della quale, a dire il vero, già consultabile per volere di Paolo VI (che di Pio XII fu per molti anni strettissimo collaboratore) e di Giovanni Paolo II.

"Condusse la Chiesa in tempi difficili"

Nel suo discorso papa Francesco ricorda come Pio XII "si trovò a condurre la Barca di Pietro in un momento fra i più tristi e bui del secolo Ventesimo, agitato e in tanta parte squarciato dall’ultimo conflitto mondiale, con il conseguente periodo di riassetto delle Nazioni e la ricostruzione postbellica, questa figura è stata già indagata e studiata in tanti suoi aspetti, a volte discussa e perfino criticata (si direbbe con qualche pregiudizio o esagerazione). Oggi essa è opportunamente rivalutata e anzi posta nella giusta luce per le sue poliedriche qualità: pastorali, anzitutto, ma poi teologiche, ascetiche, diplomatiche".

Alla luce di questo la decisione di papa Francesco di rendere consultabile tutta la documentazione sul pontificato di Pio XII, "sicuro che la seria e obiettiva ricerca storica saprà valutare nella sua giusta luce, con appropriata critica, momenti di esaltazione di quel Pontefice e, senza dubbio anche momenti digravi difficoltà, di tormentate decisioni, di umana e cristiana prudenza, che a taluni poterono apparire reticenza, e che invece furono tentativi, umanamente anche molto combattuti, per tenere accesa, nei periodi di più fitto buio e di crudeltà, la fiammella delle iniziative umanitarie, della nascosta ma attiva diplomazia, della speranza in possibili buone aperture dei cuori".

"La Chiesa non ha paura della storia"

Del resto, aggiunge Francesco, "la Chiesa non ha paura della storia, anzi, la ama, e vorrebbe amarla di più e meglio, come la ama Dio! Quindi, con la stessa fiducia dei miei predecessori, apro e affido ai ricercatori questo patrimonio documentario". Ora gli studiosi e i ricercatori dovranno attendere il 2 marzo 2020, giorno che il Papa ha fissato come quello di apertura della documentazione a 81 anni dalla elezione papale di Eugenio Pacelli.

"Svolgete un lavoro nel silenzio"

L'udienza è stata anche l'occasione per ringraziare tutto il personale per il lavoro che "svolge nel silenzio e lontano dai clamori, coltiva la memorai, e in un certo senso mi pare che esso possa essere paragonato alla coltivazione di un maestoso albero, i cui rami sono protesi verso il cielo, ma le cui radici sono solidamente ancorate nella terra"


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