Angelus. Il Papa: l'amore di Dio per noi peccatori è infinito
"Sbagliamo quando ci crediamo giusti, quando pensiamo che i cattivi siano gli altri. Non crediamoci buoni, perché da soli, senza l'aiuto di Dio che è buono, non sappiamo vincere il male". Lo dice il Papa all'Angelus riferendosi all'odierna pagina evangelica che contiene il racconto da parte di Gesù della par tre parabole a chi lo criticava per avere accolto peccatori e mangiato con loro. "Tre parabole stupende, che mostrano la sua predilezione per coloro che si sentono lontani da Lui".
"Gesù accoglie i peccatori e mangia con loro. È quello che accade a noi, in ogni Messa, in ogni chiesa: Gesù è contento di accoglierci alla sua mensa, dove offre sé stesso per noi. È la frase che potremmo scrivere sulle porte delle nostre chiese: "Qui Gesù accoglie i peccatori e li invita alla sua mensa". Francesco invita dunque i fedeli a rileggere le parabole di Luca, capitolo XV: "Pendente il Vangelo, vi farà bene, sarà salute per voi".
Accogliendo il perdono di Dio e il perdono dei fratelli. Succede ogni volta che andiamo a confessarci: lì riceviamo l’amore del Padre che vince il nostro peccato: non c’è più, Dio lo dimentica. Dio, quando perdona, perde la memoria, dimentica i nostri peccati, dimentica. È tanto buono Dio con noi! Non come noi, che dopo aver detto “non fa nulla”, alla prima occasione ci ricordiamo con gli interessi dei torti subiti. No, Dio cancella il male, ci fa nuovi dentro e così fa rinascere in noi la gioia, non la tristezza, non l’oscurità nel cuore, non il sospetto, ma la gioia. Fratelli e sorelle, coraggio, con Dio nessun peccato ha l’ultima parola.
Gioia del Papa per scambio di detenuti tra Russia e Ucraina
Dopo l’Angelus il Pontefice, riferendosi al recente scambio di prigionieri tra la Federazione Russa e l’Ucraina, ha manifestato la propria gioia “per le persone liberate” e assicurato la propria preghiera "per una rapida fine del conflitto". Lo scorso 7 settembre un aereo con a bordo 33 russi, detenuti in Ucraina, è partito dall’aeroporto di Kiev ed è atterato a Mosca. Nello stesso giorno sono stati rilasciati 35 ucraini, che erano detenuti in Russia. Sono arrivati nella capitale ucraina con un aereo partito da Mosca.
Due nuovi Beati
Il Papa ha anche ricordato la beatificazione, ieri a Forlì, di Benedetta Bianchi Porro, morta a soli 28 anni nel 1964. “Tutta la sua vita - ha affermato - è stata segnata dalla malattia, e il Signore le ha dato la grazia di sopportarla, anzi, di trasformarla in testimonianza luminosa di fede e di amore”. Studente in medicina, nel 1956 fa la diagnosi della malattia che la porterà alla morte: neurofibromatosi, una malattia del sistema nervoso che provoca progressivamente la paralisi totale. Il pensiero del Pontefice è andato anche alla beatificazione, oggi, di padre Riccardo Henkes, “sacerdote pallottino, ucciso in odio alla fede a Dachau nel 1945”. Martire del nazismo, padre Henkes ha combattuto il regime fin dall’inizio. "L’esempio di questi due coraggiosi discepoli di Cristo - ha detto Francesco - sostenga anche il nostro cammino di santità”.