Udienza i Membri dell’Associazione "Corallo". Il Pontefice ai membri dell’associazione Corallo
Ringrazio tanto per quello che Lei ha detto, e ringrazio voi per il lavoro che fate. Quella verità… cercare la verità con i media. Ma non solo la verità! Verità, bontà e bellezza,
le tre cose insieme. Il vostro lavoro deve svolgersi su queste tre
strade: la strada della verità, la strada della bontà e la strada della
bellezza. Ma quelle verità, bontà e bellezze che sono consistenti!,
che vengono da dentro, che sono umane. E, nel cammino della verità,
nelle tre strade possiamo trovare sbagli, anche trappole. "Io penso,
cerco la verità…": stai attento a non diventare un intellettuale senza
intelligenza. "Io vado, cerco la bontà…": stai attento a non diventare
un eticista senza bontà. "A me piace la bellezza…": sì, ma stai attento
a non fare quello che si fa spesso, "truccare" la bellezza, cercare i
cosmetici per fare una bellezza artificiale che non esiste. La verità,
la bontà e la bellezza come vengono da Dio e sono nell’uomo. E questo è
il lavoro dei media, il vostro.
Lei ha accennato a due cose, e io vorrei riprenderle. Prima di tutto, l’unità armonica del vostro lavoro. Ci sono i media
grandi, quelli più piccoli… Ma se noi leggiamo il capitolo XII della
Prima Lettera di san Paolo ai Corinzi, vediamo che nella Chiesa non c’è
né grande né piccolo: ognuno ha la sua funzione, il suo aiuto
all’altro, la mano non può esistere senza la testa, e così via. Tutti
siamo membri, e anche i vostri media, che siano più grandi o più
piccoli, sono membri, e armonizzati per la vocazione di servizio nella
Chiesa. Nessuno deve sentirsi piccolo, troppo piccolo rispetto ad un
altro troppo grande. Tutti piccoli davanti a Dio, nell’umiltà cristiana,
ma tutti abbiamo una funzione. Tutti! Come nella Chiesa… Io farei
questa domanda: chi è più importante nella Chiesa? Il Papa o quella
vecchietta che tutti i giorni prega il Rosario per la Chiesa? Che lo
dica Dio: io non posso dirlo. Ma l’importanza è di ognuno in questa
armonia, perché la Chiesa è l’armonia della diversità. Il corpo di
Cristo è questa armonia della diversità, e Colui che fa l’armonia è lo
Spirito Santo: Lui è il più importante di tutti. Questo è quello che
Lei ha detto, e io voglio sottolinearlo. E’ importante: cercare
l’unità, e non andare per la logica che il pesce grande ingoia il
piccolo.
Lei ha detto un’altra cosa, che anch’io menziono nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium. Ha parlato del clericalismo.
E’ uno dei mali, è uno dei mali della Chiesa. Ma è un male "complice",
perché ai preti piace la tentazione di clericalizzare i laici, ma
tanti laici, in ginocchio, chiedono di essere clericalizzati, perché è
più comodo, è più comodo! E questo è un peccato a due mani! Dobbiamo
vincere questa tentazione. Il laico dev’essere laico, battezzato, ha la
forza che viene dal suo Battesimo. Servitore, ma con la sua vocazione
laicale, e questo non si vende, non si negozia, non si è complice con
l’altro… No. Io sono così! Perché ne va dell’identità, lì. Tante volte
ho sentito questo, nella mia terra: "Io nella mia parrocchia, sa? ho un
laico bravissimo: quest’uomo sa organizzare… Eminenza, perché non lo
facciamo diacono?". E’ la proposta del prete, subito: clericalizzare.
Questo laico facciamolo… E perché? Perché è più importante il diacono,
il prete, del laico? No! E’ questo lo sbaglio! E’ un buon laico? Che
continui così e che cresca così. Perché ne va dell’identità
dell’appartenenza cristiana, lì. Per me, il clericalismo impedisce la
crescita del laico. Ma tenete presente quello che ho detto: è una
tentazione complice fra i due. Perché non ci sarebbe il clericalismo se
non ci fossero laici che vogliono essere clericalizzati. E’ chiaro,
questo? Per questo ringrazio per quello che fate. Armonia: anche questa
è un’altra armonia, perché la funzione del laico non può farla il
prete, e lo Spirito Santo è libero: alcune volte ispira il prete a fare
una cosa, altre volte ispira il laico. Si parla, nel Consiglio
pastorale. Tanto importanti sono i Consigli pastorali: una parrocchia –
e in questo cito il Codice di Diritto Canonico – una parrocchia che
non abbia Consiglio pastorale e Consiglio degli affari economici, non è
una buona parrocchia: manca vita.
Poi, sono tante le virtù. Ho
accennato all’inizio: andare per la strada della bontà, della verità e
della bellezza, e tante virtù su queste strade. Ma ci sono anche i peccati dei media!
Mi permetto di parlare un po’ di questo. Per me, i peccati dei media, i
più grossi, sono quelli che vanno sulla strada della bugia, della
menzogna, e sono tre: la disinformazione, la calunnia e la diffamazione.
Queste due ultime sono gravi!, ma non tanto pericolose come la prima.
Perché? Vi spiego. La calunnia è peccato mortale, ma si può chiarire e
arrivare a conoscere che quella è una calunnia. La diffamazione è
peccato mortale, ma si può arrivare a dire: questa è un’ingiustizia,
perché questa persona ha fatto quella cosa in quel tempo, poi si è
pentita, ha cambiato vita. Ma la disinformazione è dire la metà delle
cose, quelle che sono per me più convenienti, e non dire l’altra metà. E
così, quello che vede la tv o quello che sente la radio non può fare
un giudizio perfetto, perché non ha gli elementi e non glieli danno. Da
questi tre peccati, per favore, fuggite. Disinformazione, calunnia e
diffamazione.
Vi ringrazio per quello che fate. Ho detto a Mons.
Sanchirico di consegnare a voi il discorso che avevo scritto: ma le sue
parole [del Presidente] mi hanno ispirato a dirvi questo
spontaneamente, e l’ho detto con un linguaggio del cuore: sentitelo
così. Non con il linguaggio italiano, perché io non parlo con lo stile
di Dante!... Vi ringrazio tanto, e adesso vi invito a pregare un’Ave Maria alla Madonna per darvi la benedizione. Ave Maria…