Discorso al presidente Peres. «Non ci si stanchi di preservare la pace»
Signor Presidente, Lei è noto come uomo di pace e artefice di pace. Le esprimo la mia riconoscenza e la mia ammirazione per questo Suo atteggiamento. La costruzione della pace esige anzitutto il rispetto per la libertà e la dignità di ogni persona umana, che Ebrei, Cristiani e Musulmani credono ugualmente essere creata da Dio e destinata alla vita eterna. A partire da questo punto fermo che abbiamo in comune, è possibile perseguire l’impegno per una soluzione pacifica delle controversie e dei conflitti. A questo riguardo rinnovo l’auspicio che si evitino da parte di tutti iniziative e atti che contraddicono alla dichiarata volontà di giungere ad un vero accordo e che non ci si stanchi di perseguire la pace con determinazione e coerenza.
Va respinto con fermezza tutto ciò che si oppone al perseguimento della pace e di una rispettosa convivenza tra Ebrei, Cristiani e Musulmani: il ricorso alla violenza e al terrorismo, qualsiasi genere di discriminazione per motivi razziali o religiosi, la pretesa di imporre il proprio punto di vista a scapito dei diritti altrui, l’antisemitismo in tutte le sue possibili forme, così come la violenza o le manifestazioni di intolleranza contro persone o luoghi di culto ebrei, cristiani e musulmani.
Nello Stato d’Israele vivono e operano diverse comunità cristiane. Esse sono parte integrante della società e partecipano a pieno titolo delle sue vicende civili, politiche e culturali. I fedeli cristiani desiderano portare, a partire dalla propria identità, il loro contributo per il bene comune e per la costruzione della pace, come cittadini a pieno diritto che, rigettando ogni estremismo, si impegnano ad essere artefici di riconciliazione e di concordia.
La loro presenza e il rispetto dei loro diritti – come del resto dei diritti di ogni altra denominazione religiosa e di ogni minoranza – sono garanzia di un sano pluralismo e prova della vitalità dei valori democratici, del loro reale radicamento nella prassi e nella concretezza della vita dello Stato.
Signor Presidente, Lei sa che io prego per lei ed io so che lei prega per me, e Le assicuro la continua preghiera per le Istituzioni e per tutti i cittadini d’Israele. Assicuro in modo particolare la mia costante supplica a Dio per l’ottenimento della pace e con essa dei beni inestimabili che le sono strettamente correlati, quali la sicurezza, la tranquillità di vita, la prosperità, e - quello che è più bello - la fratellanza. Rivolgo infine il mio pensiero a tutti coloro che soffrono per le conseguenze delle crisi ancora aperte nella regione medio-orientale, perché al più presto vengano alleviate le loro pene mediante l’onorevole composizione dei conflitti. Pace su Israele e in tutto il Medio Oriente! Shalom!