Cari fratelli e sorelle,
con piacere incontro tutti voi che siete impegnati nelle Pontificie Opere Missionarie, al servizio della Chiesa per realizzare il mandato missionario di evangelizzare le genti fino agli estremi confini della terra. Ringrazio il Cardinale Filoni per le sue cortesi parole.
L’umanità ha tanto bisogno del Vangelo, fonte di gioia, di speranza e di pace. Ha priorità la missione evangelizzatrice, perché l’attività missionaria è ancora oggi la massima sfida per la Chiesa. E «come vorrei trovare – anche per voi – le parole per incoraggiare una stagione evangelizzatrice più fervorosa, gioiosa, generosa, audace, piena d’amore fino in fondo e di vita contagiosa!» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 261).
L’annuncio del Vangelo è la prima e costante preoccupazione della Chiesa, è il suo impegno essenziale, la sua sfida maggiore, e la fonte del suo rinnovamento. Il Beato Paolo VI aggiungeva: “ e la sua vocazione”. Infatti, dalla missione evangelizzatrice, dalla sua intensità ed efficacia deriva anche il vero rinnovamento della Chiesa, delle sue strutture e della sua attività pastorale. Senza l’inquietudine e l’ansia della evangelizzazione non è possibile sviluppare una pastorale credibile ed efficace, che unisca annuncio e promozione umana. «L’attività missionaria è il paradigma di tutta l’opera della Chiesa» (Evangelii gaudium, 15).
A voi Membri della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e Direttori nazionali delle Pontificie Opere Missionarie, per vocazione e per ministero, spetta un compito impegnativo e privilegiato: il vostro sguardo e il vostro interesse si allargano agli ampi e universali orizzonti dell’umanità, alle sue frontiere geografiche e soprattutto umane. Con stima e affetto voi accompagnate la vita delle Chiese giovani sparse nel mondo, e animate il Popolo di Dio perché viva pienamente la missione universale. Conoscete le meraviglie che lo Spirito Santo, tramite queste Chiese, spesso povere di risorse, sta operando nell’umanità, anche attraverso le difficoltà e le persecuzioni che esse subiscono per la loro fedeltà e testimonianza alla Parola di Dio e nella difesa dell’uomo. In quelle periferie umane la Chiesa è chiamata ad uscire per le strade e ad andare incontro a tanti nostri fratelli e sorelle che vivono senza la forza, la luce e la consolazione di Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita (cfr Evangelii gaudium, 49).
La Congregazione per l’Evangelizzazione e le Opere Pontificie Missionarie sono dunque protagoniste di una rinnovata evangelizzazione, rivolta a tutti ed in particolare ai poveri, gli ultimi, gli emarginati (cfr n. 198).
Le Pontificie Opere Missionarie, per il carisma che le caratterizza, sono attente e sensibili alle necessità dei territori di missione e, in particolare, ai gruppi umani più poveri. Sono strumenti di comunione tra le Chiese, favorendo e realizzando una condivisione di persone e di risorse economiche. Sono impegnate a sostenere seminaristi, presbiteri e religiose delle giovani Chiese dei territori di missione nei Collegi Pontifici. Davanti ad un compito così bello e importante che ci sta davanti, la fede e l’amore di Cristo hanno la capacità di spingerci ovunque per annunciare il Vangelo dell’amore, della fraternità e della giustizia. E questo si fa con la preghiera, con il coraggio evangelico e con la testimonianza delle beatitudini. Per favore, state attenti a non cadere nella tentazione di diventare una ONG, un ufficio di distribuzione di sussidi ordinari e straordinari. I soldi sono di aiuto - lo sappiamo! - ma possono diventare anche la rovina della Missione. Il funzionalismo, quando si mette al centro oppure occupa uno spazio grande, quasi come se fosse la cosa più importante, vi porterà alla rovina; perché il primo modo di morire è quello di dare per scontate le “sorgenti”, cioè Chi muove la Missione. Per favore, con tanti piani e programmi non togliete fuori Gesù Cristo dall’Opera Missionaria, che è opera sua. Una Chiesa che si riduca all’efficientismo degli apparati di partito è già morta, anche se le strutture e i programmi a favore dei chierici e dei laici “auto-occupati” dovessero durare ancora per secoli.
Non è possibile una vera evangelizzazione se non nell’energia santificatrice dello Spirito Santo, il solo capace di rinnovare, scuotere, dare impulso alla Chiesa in un’audace uscita fuori di sé per evangelizzare tutti i popoli (cfr ibid., n. 261).
La Vergine Maria, stella dell’Evangelizzazione, ci ottenga sempre la passione per il Regno di Dio, perché la gioia del Vangelo giunga sino ai confini della terra e nessuna periferia sia priva della sua luce. Vi benedico tutti con affetto. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me.
Possiamo pregare insieme l’Angelus.
(Recita Angelus)