Discorso del Papa ai giovani al Santuario di Solmoe. «Giovani, superate le divisioni, dite no alla violenza»
Ho sentito molto forte quello che Marina ha detto: il suo conflitto nella sua vita. Come fare? Se andare per la strada della vita consacrata, la vita religiosa, o studiare per diventare più preparata per aiutare gli altri. Questo è un conflitto apparente, perché quando il Signore chiama, chiama sempre per fare il bene agli altri, sia alla vita religiosa, alla vita consacrata, sia alla vita laicale, come padre e madre di famiglia. Ma lo scopo è lo stesso: adorare Dio e fare il bene agli altri. Che cosa deve fare Marina, e tanti di voi che si fanno la stessa domanda? Anch’io l’ho fatta al mio tempo: che strada devo scegliere? Ma tu non devi scegliere nessuna strada: la deve scegliere il Signore! Gesù l’ha scelta, tu devi sentire Lui e chiedere: Signore, che cosa devo fare? Questa è la preghiera che un giovane deve fare: "Signore, cosa vuoi tu da me?". E con la preghiera e il consiglio di alcuni veri amici - laici, sacerdoti, suore, vescovi, papi… anche il Papa può dare un buon consiglio - con il consiglio di questi trovare la strada che il Signore vuole per me.Let’s pray together! Preghiamo insieme.[si rivolge al sacerdote traduttore] Tu fai ripetere in coreano: Signore cosa vuoi tu dalla mia vita? Tre volte.Preghiamo! Let’s pray!Sono sicuro che il Signore vi ascolterà. Anche te Marina, di sicuro. Grazie per la tua testimonianza. Scusami! Ho sbagliato nome: la domanda è stata fatta da Mai, non da Marina.Mai ha parlato di un’altra cosa: dei martiri, dei santi, dei testimoni. E ci ha detto con un po’ di dolore, un po’ di nostalgia, che nella sua terra, la Cambogia, ancora non ci sono Santi, ma speriamo... Santi ci sono e tanti! Ma la Chiesa ancora non ha riconosciuto, non ha beatificato, non ha canonizzato nessuno. E io ti ringrazio tanto Mai di questo. Io ti prometto che mi occuperò, quando torno a casa, di parlare all’incaricato di queste cose, che è un bravo uomo, si chiama Angelo, e chiederò a lui di fare una ricerca su questo per portarlo avanti. Grazie, tante grazie!It’s time to finish (È ora di concludere. Are you tired? Siete stanchi? [No!] Go on a little? Ancora un po’?.[Yes!]Veniamo adesso a Marina. Marina ha fatto due domande… non due domande, ha fatto due riflessioni e una domanda sulla felicità. Lei ci ha detto una cosa vera: la felicità non si compra. E quando tu compri una felicità, poi te ne accorgi che quella felicità se n’è andata… Non dura la felicità che si compra. Soltanto la felicità dell’amore, questa è quella che dura!E la strada dell’amore è semplice: ama Dio e ama il prossimo, tuo fratello, quello che è vicino a te, quello che ha bisogno di amore e ha bisogno di tante cose. "Ma, padre, come so io se amo Dio?" Semplicemente se tu ami il prossimo, se tu non odi, se tu non hai odio nel tuo cuore, ami Dio. Quella è la prova sicura. E poi Marina ha fatto una domanda - io capisco - una domanda dolorosa, e la ringrazio di averla fatta: la divisione tra i fratelli delle Coree. Ma ci sono due Coree? No, ce n’è una, ma è divisa, la famiglia è divisa. E c’è questo dolore… Come aiutare affinché questa famiglia si unisca? Io dico due cose: prima un consiglio, e poi una speranza.Prima di tutto, il consiglio: pregare; pregare per i nostri fratelli del Nord: "Signore, siamo una famiglia, aiutaci, aiutaci per l’unità, Tu puoi farlo. Che non ci siano vincitori né vinti, soltanto una famiglia, che ci siano soltanto i fratelli". Adesso vi invito a pregare insieme - dopo la traduzione - in silenzio, per l’unità delle due Coree.In silenzio facciamo la preghiera. In silence we pray. [silenzio]Adesso, la speranza. Qual è la speranza? Ci sono tante speranze, ma ce n’è una bella. La Corea è una, è una famiglia: voi parlate la stessa lingua, la lingua di famiglia; voi siete fratelli che parlate la stessa lingua. Quando [nella Bibbia] i fratelli di Giuseppe sono andati in Egitto a comprare da mangiare - perché avevano fame, avevano soldi, ma non avevano da mangiare - sono andati lì a comprare cibo, e hanno trovato un fratello! Perché? Perché Giuseppe se n’era accorto che parlavano la stessa lingua. Pensate ai vostri fratelli del Nord: loro parlano la stessa lingua e quando in famiglia si parla la stessa lingua, c’è anche una speranza umana. Poco fa abbiamo visto una cosa bella, quello sketch del figliol prodigo, quel figlio che se n’era andato, aveva sprecato i soldi, tutto, aveva tradito il padre, la famiglia, aveva tradito tutto. Ad un certo momento, per le necessità, ma con molta vergogna, ha deciso di tornare. E aveva pensato a come chiedere perdono al suo papà. E ha pensato: "Padre, ho peccato, ho fatto questo di male, ma io voglio essere un dipendente, non tuo figlio" e tante belle cose. Ma ci dice il Vangelo che il padre lo ha visto da lontano. E perché lo ha visto? Perché tutti i giorni saliva sul terrazzo per vedere se tornava il figlio. E lo ha abbracciato: non lo ha lasciato parlare; non lo ha lasciato dire quel discorso e neppure chiedere perdono, lo ha lasciato in seguito… e ha fatto festa. Ha fatto festa! E questa è la festa che piace a Dio: quando noi torniamo a casa, torniamo da Lui. "Ma Padre, io sono un peccatore, io sono una peccatrice…". Meglio ancora, ti aspetta! Farà ancora più festa! Perché lo stesso Gesù ci dice che in cielo si fa più festa per un peccatore che torna che per cento giusti che rimangono a casa.Nessuno di noi sa cosa ci aspetta nella vita. E voi giovani: "Che cosa mi aspetta?". Noi possiamo fare cose brutte, bruttissime, ma per favore non disperare, c’è sempre il Padre che ci aspetta! Tornare, tornare! Questa è la parola. Come back! Tornare a casa, perché mi aspetta il Padre. E se io sono molto peccatore, farà una grande festa. E voi sacerdoti, per favore, abbracciate i peccatori e siate misericordiosi. E sentire questo è bello! A me fa felice questo, perché Dio mai si stanca di perdonare; mai si stanca di aspettarci.Io ho scritto tre suggerimenti ma voglio parlarvene: preghiera, Eucaristia e lavoro (impegno) per gli altri, per i poveri. Adesso è tempo per me di andare. [No!] Sarò felice di rivedervi in questi giorni e di parlarvi ancora quando, domenica, ci troveremo per la Santa Messa. Intanto ringraziamo il Signore per i doni che ci ha concesso in questo tempo trascorso insieme e chiediamogli la forza di essere testimoni fedeli e gioiosi del suo amore in ogni parte dell’Asia e del mondo intero.Maria, nostra Madre, vi protegga e vi mantenga sempre vicini a Gesù suo Figlio. E vi accompagni dal Cielo anche san Giovanni Paolo II, iniziatore delle Giornate Mondiali della Gioventù. Con grande affetto imparto a voi tutti la mia benedizione.E per favore, pregate per me, non dimenticatelo: pregate per me!. Grazie mille. (nostra traduzione)