Roma. Papa Francesco ha consacrato la Russia e l'Ucraina a Maria, regina della Pace
Papa Francesco davanti a Maria per la consacrazione di Ucraina e Russia al Suo Cuore Immacolato
Di fronte alla guerra, all'aggressione della Russia all'Ucraina, papa Francesco ci ricorda che la risposta non può essere l'odio e l'aumento delle spese militari. Ma la costruzione di una società basata sull'amore e sul bene. Ma servono preghiera, pentimento, richiesta di perdono a Dio. Solo così, rinnovati, potremo invocare la pace. E con questo spirito, umile ma certo che Dio ascolta il suo popolo, papa Francesco ha oggi consacrato l'Ucraina e la Russia al Cuore Immacolato di Maria.
Confessarsi è dare al Padre la gioia di rialzarci
“Troppo spesso pensiamo che la Confessione consista nel nostro andare a Dio a capo chino. Ma non siamo anzitutto noi che torniamo al Signore; è lui che viene a visitarci, a colmarci della sua grazia, a rallegrarci con la sua gioia. “Confessarsi è dare al Padre la gioia di rialzarci”. Lo ha spiegato il Papa, nell’omelia del Rito per la Riconciliazione di più penitenti con la confessione e l’assoluzione individuale e l’Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina, da lui presieduto nella basilica di San Pietro.
“Al centro di quanto vivremo non ci sono i nostri peccati, ma il suo perdono, questo è il centro”, ha spiegato il Papa: “Proviamo a immaginare se al centro del Sacramento ci fossero i nostri peccati: dipenderebbe quasi tutto da noi, dal nostro pentimento, dai nostri sforzi, dai nostri impegni. Invece no, al centro c’è lui, che ci libera e ci rimette in piedi”. “Restituiamo il primato alla grazia e chiediamo il dono di capire che la Riconciliazione non è anzitutto un nostro passo verso Dio, ma il suo abbraccio che ci avvolge, ci stupisce, ci commuove”, l’invito: “È il Signore che, come a Nazaret da Maria, entra in casa nostra e porta uno stupore e una gioia prima sconosciuti”.
“Fratello, sorella, oggi puoi sentire queste stesse parole rivolte a te”, l’appello sulla scorta delle parole dell’arcangelo Gabriele a Maria: “puoi farle tue ogni volta che ti accosti al perdono di Dio, perché lì il Signore ti dice: ‘Io sono con te’”.
La confessione di papa Francesco - Siciliani
Mettiamo in primo piano la prospettiva di Dio
“Mettiamo in primo piano la prospettiva di Dio: torneremo ad affezionarci alla Confessione. Ne abbiamo bisogno, perché ogni rinascita interiore, ogni svolta spirituale comincia da qui, dal perdono di Dio”. Ne è convinto papa Francesco, che nell’omelia del Rito per la Riconciliazione di più penitenti con la confessione e l’assoluzione individuale e l’Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina, da lui presieduto nella basilica di San Pietro ha esortato: “Non trascuriamo la Riconciliazione, ma riscopriamola come il Sacramento della gioia. Sì, della gioia, dove il male che ci fa vergognare diventa l’occasione per sperimentare il caldo abbraccio del Padre, la dolce forza di Gesù che ci guarisce, la tenerezza materna dello Spirito Santo. Questo è il cuore della Confessione”.
“Cari fratelli che amministrate il perdono di Dio, siate coloro che offrono a chi si accosta la gioia di questo annuncio: Rallegrati, il Signore è con te”, l’invito ai confessori: “Nessuna rigidità, nessun ostacolo, nessun
disagio; porte aperte alla misericordia! Specialmente nella Confessione, siamo chiamati a impersonare il Buon Pastore che prende in braccio le sue pecore e le accarezza; a essere canali di grazia che versano nelle aridità del cuore l’acqua viva della misericordia del Padre”.
La paura non può tenerci in ostaggio, Dio è più grande
“Ogni volta che la vita si apre a Dio, la paura non può più tenerci in ostaggio”. A garantirlo è stato papa Francesco, che nell’omelia del Rito per la Riconciliazione di più penitenti con la confessione e l’assoluzione individuale e l’Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina, da lui presieduto nella basilica di San Pietro, si è rivolto idealmente a ciascuno di noi: “Sorella, fratello, se i tuoi peccati ti spaventano, se il tuo passato ti inquieta, se le tue ferite non si rimarginano, se le continue cadute ti demoralizzano e ti sembra di aver smarrito la speranza, non temere. Dio conosce le tue debolezze ed è più grande dei tuoi sbagli. Una cosa ti chiede: le tue fragilità, le tue miserie, non tenerle dentro di te; portale a lui, deponile in lui, , e da motivi di desolazione diventeranno opportunità di risurrezione”.
“Non temere! La Vergine Maria ci accompagna: ella stessa ha gettato il suo turbamento in Dio”, ha proseguito Francesco: “L’annuncio dell’Angelo le dava ragioni serie per temere. Le proponeva qualcosa di impensabile, che andava al di là delle sue forze e che da sola non avrebbe potuto gestire: ci sarebbero state troppe difficoltà, problemi con la legge mosaica, con Giuseppe, con le persone del suo paese e del suo popolo. Ma Maria non solleva obiezioni. Le basta quel non temere, le basta la rassicurazione di Dio. Si stringe a Lui, come vogliamo fare noi stasera”.
“Perché spesso facciamo l’opposto”, ha spiegato il Papa: “partiamo dalle nostre certezze e, solo quando le
perdiamo, andiamo da Dio. La Madonna, invece, ci insegna a partire da Dio, nella fiducia che così tutto il resto ci sarà dato. Ci invita ad andare alla sorgente, al Signore, che è il rimedio radicale contro la paura e il male di vivere”. Poi la citazione di una “bella frase” di Sant’Agostino, rivolta a Dio e riportata sopra un confessionale qui in Vaticano: “Allontanarsi da te è cadere, tornare a te è risorgere, restare in te è esistere”. “Mi viene in mente una storia di un monaco nel deserto”, ha aggiunto a braccio il Papa: “Chiedeva al Signore: Ti ho dato tutto, cosa ci manca? Dammi i tuoi peccati, la risposta del Signore”.
Siciliani
Lo Spirito Santo dissolve odio e rancore
“In questi giorni notizie e immagini di morte continuano a entrare nelle nostre case, mentre le bombe distruggono le case di tanti nostri fratelli e sorelle ucraini inermi”. Al centro dell’omelia di papa Francesco nella liturgia penitenziale in Vaticano, al cui interno si svolge l’Atto di consacrazione dell’umanità, e in particolare della Russia e dell’Ucraina, al Cuore Immacolato di Maria ci sono le preoccupazioni per il conflitto in atto.
“L’efferata guerra, che si è abbattuta su tanti e fa soffrire tutti, provoca in ciascuno paura e sgomento”, l’analisi di Francesco: “Avvertiamo dentro un senso di impotenza e di inadeguatezza. Abbiamo bisogno di sentirci dire ‘non temere’. Ma non bastano le rassicurazioni umane, occorre la presenza di Dio, la certezza del perdono divino, il solo che cancella il male, disinnesca il rancore, restituisce la pace al cuore”. “Ritorniamo a Dio, ritorniamo al suo perdono”, l’esortazione del Papa, che ha ricordato “come Dio interviene nella storia: donando il suo stesso Spirito”. “Perché in ciò che conta non bastano le nostre forze”, ha spiegato Francesco: “Noi da soli non riusciamo a risolvere le contraddizioni della storia e nemmeno quelle del nostro cuore. Abbiamo bisogno della forza sapiente e mite di Dio, che è lo Spirito Santo. Abbiamo bisogno dello Spirito d’amore, che dissolve l’odio, spegne il rancore, estingue l’avidità, ci ridesta dall’indifferenza. Abbiamo bisogno dell’amore di Dio perché il nostro amore è precario e insufficiente”.
Un cristiano senza amore è come un ago che non cuce
“Un cristiano senza amore è come un ago che non cuce: punge, ferisce, ma se non cuce, se non tesse, se non unisce, non serve. Oserei dire, non è cristiano”. È l’esempio scelto dal Papa, che nell’omelia del Rito per la Riconciliazione di più penitenti con la confessione e l’assoluzione individuale e l’Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina, da lui presieduto nella basilica di San Pietro ha affermato: “Senza amore, che cosa offriremo al mondo? Tante cose domandiamo al Signore, ma spesso dimentichiamo di chiedergli ciò che è più importante e che lui desidera darci: lo Spirito Santo, la forza per amare”.
“Per questo c’è bisogno di attingere dal perdono di Dio la forza dell’amore, lo stesso Spirito disceso su Maria”, la tesi di Francesco: “Perché, se vogliamo che il mondo cambi, deve cambiare anzitutto il nostro cuore”.
“Per fare questo, oggi lasciamoci prendere per mano dalla Madonna”, le parole riferite all’Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria che si accinge a compiere per implorare la cessazione della guerra in Ucraina: “Guardiamo al suo Cuore immacolato, dove Dio si è posato, all’unico Cuore di creatura umana senza ombre. Lei è piena di grazia, e dunque vuota di peccato: in lei non c’è traccia di male e perciò con lei Dio ha potuto iniziare una storia nuova di salvezza e di pace. Lì la storia ha svoltato. Dio ha cambiato la storia bussando al Cuore di Maria. E oggi anche noi, rinnovati dal perdono di Dio, bussiamo a quel Cuore”.
Papa Francesco incensa Maria nella Basilica di San Pietro per la consacrazione di Ucraina e Russia al Suo Cuore Immacolato - Siciliani
«La Madre di Dio ci guidi sulle vie della Pace»
“In unione con i vescovi e i fedeli del mondo, desidero solennemente portare al Cuore immacolato di Maria tutto ciò che stiamo vivendo: rinnovare a lei la consacrazione della Chiesa e dell’umanità intera e consacrare a lei, in modo particolare, il popolo ucraino e il popolo russo, che con affetto filiale la venerano come Madre”.
Sono le parole con cui il papa Francesco, nell’omelia del Rito per la Riconciliazione di più penitenti con la confessione e l’assoluzione individuale e l’Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina, da lui presieduto nella basilica di San Pietro ha spiegato il significato del gesto da lui scelto per chiedere alla Madonna l’intercessione per la pace.
“Non si tratta di una formula magica, ma di un atto spirituale”, ha puntualizzato Francesco: “È il gesto del pieno affidamento dei figli che, nella tribolazione di questa guerra crudele e insensata che minaccia il mondo, ricorrono alla Madre – come i bambini quando sono spaventati vanno dalla mamma a cercare protezione – gettando nel suo Cuore paura e dolore, consegnando sé stessi a lei. È riporre in quel Cuore limpido, incontaminato, dove Dio si rispecchia, i beni preziosi della fraternità e della pace, tutto quanto abbiamo e siamo, perché sia lei, la Madre che il Signore ci ha donato, a proteggerci e custodirci”.
“Dalle labbra di Maria è scaturita la frase più bella che l’Angelo potesse riportare a Dio”, ha fatto notare il Papa: “Avvenga per me secondo la tua parola”.
“Quella della Madonna non è un’accettazione passiva o rassegnata, ma il desiderio vivo di aderire a Dio, che ha progetti di pace e non di sventura”, il commento di Francesco: “È la partecipazione più stretta al suo piano di pace per il mondo. Ci consacriamo a Maria per entrare in questo piano, per metterci a piena disposizione dei progetti di Dio. La Madre di Dio, dopo aver detto il suo sì, affrontò un lungo viaggio in salita verso una regione montuosa per visitare la cugina incinta.
È andata di fretta: mi piace pensare la Madonna di fretta, la Madonna che si affretta per aiutarci, per
custodirci. Prenda oggi per mano il nostro cammino: lo guidi attraverso i sentieri ripidi e faticosi della fraternità e del dialogo, lo guidi sulla via della pace”.
Subito dopo l’omelia, come ha fatto altre volte in analoghe liturgie penitenziali, Papa Francesco si è recato in uno dei confessionali della basilica di San Pietro per ricevere il sacramento della Penitenza, al termine del quale è entrato a sua volta nel confessionale per amministrare lui il sacramento della Riconciliazione. È terminata così la prima parte del Rito per la Riconciliazione di più penitenti con la confessione e l’assoluzione individuale, per poi concludersi con l’Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina.
La celebrazione penitenzale si è conclusa con la benedizione finale, poi il papa Francesco ha effettuato la Consacrazione dell'umanità intera e in special modo della Russia e dell'Ucraina. Un gesto semplice di chi crede in Dio e non nella forza delle armi.
Atto di consacrazione al cuore immacolato di Maria
O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, noi, in quest’ora di tribolazione, ricorriamo a te. Tu sei Madre, ci ami e ci conosci: niente ti è nascosto di quanto abbiamo a cuore. Madre di misericordia, tante volte abbiamo sperimentato la tua provvidente tenerezza, la tua presenza che riporta la pace, perché tu sempre ci guidi a Gesù, Principe della pace.
Ma noi abbiamo smarrito la via della pace. Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali. Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni e stiamo tradendo i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani. Ci siamo ammalati di avidità, ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti, ci siamo lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo. Abbiamo preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità, alimentare l’aggressività, sopprimere vite e accumulare armi, dimenticandoci che siamo custodi del nostro prossimo e della stessa casa comune. Abbiamo dilaniato con la guerra il giardino della Terra, abbiamo ferito con il peccato il cuore del Padre nostro, che ci vuole fratelli e sorelle. Siamo diventati indifferenti a tutti e a tutto, fuorché a noi stessi. E con vergogna diciamo: perdonaci, Signore!
Nella miseria del peccato, nelle nostre fatiche e fragilità, nel mistero d’iniquità del male e della guerra, tu, Madre santa, ci ricordi che Dio non ci abbandona, ma continua a guardarci con amore, desideroso di perdonarci e rialzarci. È Lui che ci ha donato te e ha posto nel tuo Cuore immacolato un rifugio per la Chiesa e per l’umanità. Per bontà divina sei con noi e anche nei tornanti più angusti della storia ci conduci con tenerezza.
Ricorriamo dunque a te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione. In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci. Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono forse qui io, che sono tua Madre?” Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro cuore e i nodi del nostro tempo. Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi che tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto.Così hai fatto a Cana di Galilea, quando hai affrettato l’ora dell’intervento di Gesù e hai introdotto il suo primo segno nel mondo. Quando la festa si era tramutata in tristezza gli hai detto: «Non hanno vino» (Gv 2,3). Ripetilo ancora a Dio, o Madre, perché oggi abbiamo esaurito il vino della speranza, si è dileguata la gioia, si è annacquata la fraternità. Abbiamo smarrito l’umanità, abbiamo sciupato la pace. Siamo diventati capaci di ogni violenza e distruzione. Abbiamo urgente bisogno del tuo intervento materno.
Accogli dunque, o Madre, questa nostra supplica.
Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra.
Tu, arca della nuova alleanza, ispira progetti e vie di riconciliazione.
Tu, “terra del Cielo”, riporta la concordia di Dio nel mondo.
Estingui l’odio, placa la vendetta, insegnaci il perdono.
Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare.
Regina del Rosario, ridesta in noi il bisogno di pregare e di amare.
Regina della famiglia umana, mostra ai popoli la via della fraternità.
Regina della pace, ottieni al mondo la pace.
Il tuo pianto, o Madre, smuova i nostri cuori induriti. Le lacrime che per noi hai versato facciano rifiorire questa valle che il nostro odio ha prosciugato. E mentre il rumore delle armi non tace, la tua preghiera ci disponga alla pace. Le tue mani materne accarezzino quanti soffrono e fuggono sotto il peso delle bombe. Il tuo abbraccio materno consoli quanti sono costretti a lasciare le loro case e il loro Paese. Il tuo Cuore addolorato ci muova a compassione e ci sospinga ad aprire le porte e a prenderci cura dell’umanità ferita e scartata.
Santa Madre di Dio, mentre stavi sotto la croce, Gesù, vedendo il discepolo accanto a te, ti ha detto: «Ecco tuo figlio» (Gv 19,26): così ti ha affidato ciascuno di noi. Poi al discepolo, a ognuno di noi, ha detto: «Ecco tua madre» (v. 27). Madre, desideriamo adesso accoglierti nella nostra vita e nella nostra storia. In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te, mentre il tuo Cuore palpita per loro e per tutti i popoli falcidiati dalla guerra, dalla fame, dall’ingiustizia e dalla miseria.
Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina. Accogli questo nostro atto che compiamo con fiducia e amore, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace. Il sì scaturito dal tuo Cuore aprì le porte della storia al Principe della pace; confidiamo che ancora, per mezzo del tuo Cuore, la pace verrà. A te dunque consacriamo l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le angosce e le speranze del mondo.
Attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della pace torni a scandire le nostre giornate. Donna del sì, su cui è disceso lo Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. Disseta l’aridità del nostro cuore, tu che “sei di speranza fontana vivace”. Hai tessuto l’umanità a Gesù, fa’ di noi degli artigiani di comunione. Hai camminato sulle nostre strade, guidaci sui sentieri della pace. Amen.