Il viaggio in africa. Papa a giovani: siate coraggiosi nel perdono, nell'amore e nella pace
Cari giovani,
vi saluto con tutto l’affetto. Il vostro amico che ha parlato a nome di tutti, ha detto che il vostro simbolo è il bananier, perché il bananier è un simbolo di vita: sempre cresce, sempre si riproduce, sempre dà i frutti con tanta energia alimentare. Il bananier è anche resistente. Io penso che questo dice chiaramente la strada che vi è proposta in questo momento difficile di guerra, odio, divisione: la strada della resistenza.
Diceva il vostro amico che alcuni di voi vogliono andarsene. Fuggire alle sfide della vita non è mai una soluzione! E’ necessario resistere, avere il coraggio della resistenza, della lotta per il bene! Chi fugge non ha il coraggio di dare vita. Il bananier dà la vita e continua a riprodursi e a dare sempre più vita perché resiste, perché rimane, perché sta lì. Alcuni di voi mi faranno la domanda: “Ma, Padre, cosa possiamo fare? Come si fa per resistere?”. Io vi dirò due o tre cose che forse saranno utili per voi, per resistere.
Prima di tutto, la preghiera. La preghiera è potente! La preghiera vince il male! La preghiera vi avvicina a Dio che è l’Onnipotente. Io vi faccio una domanda: voi pregate? Non sento… [i giovani gridano: sì!] Non dimenticatelo!
Secondo: lavorare per la pace. E la pace non è un documento che si firma e rimane lì. La pace si fa tutti i giorni! La pace è un lavoro artigianale, si fa con le mani, si fa con la propria vita. Ma qualcuno mi può dire: “Mi dica, Padre, come posso fare, io, l’artigiano della pace?”. Primo: non odiare mai. E se uno ti fa il male, cerca di perdonare. Niente odio! Molto perdono! Lo diciamo insieme: “Niente odio, molto perdono” [tutti ripetono nella lingua sango]. E se tu non hai odio nel tuo cuore, se tu perdoni, sarai un vincitore. Perché sarai vincitore della battaglia più difficile della vita, vincitore nell’amore. E attraverso l’amore viene la pace.
Voi volete essere sconfitti o vincitori, nella vita? Cosa volete? [i giovani gridano: “Noi vogliamo essere quelli che vincono!”] E si vince soltanto sulla strada dell’amore. La strada dell’amore. E si può amare il nemico? Sì. Si può perdonare a quello che ti ha fatto male? Sì. Così, con l’amore e con il perdono, voi sarete vincitori. Con l’amore voi sarete vincitori nella vita e darete vita sempre. L’amore mai vi farà sconfitti.
Adesso vi auguro il meglio, per voi. Pensate al bananier. Pensate alla resistenza davanti alle difficoltà. Fuggire, andarsene lontano non è una soluzione. Voi dovete essere coraggiosi. Avete capito cosa significa essere coraggiosi? Coraggiosi nel perdono, coraggiosi nell’amore, coraggiosi nel fare la pace. D’accordo? [i giovani rispondono “sì” in lingua sango] Lo diciamo insieme? “Coraggiosi nell’amore, nel perdono e nel fare la pace” [i giovani ripetono in sango].
Cari giovani centrafricani, sono molto contento di incontrarvi. Oggi abbiamo aperto questa Porta. Questo significa la Porta della Misericordia di Dio. Fidatevi di Dio! Perché Lui è misericordioso, Lui è amore, Lui è capace di darci la pace. Per questo vi ho detto all’inizio di pregare: è necessario pregare per resistere, per amare, per non odiare, per essere artigiani della pace.
Grazie tante della vostra presenza. Adesso andrò dentro a sentire le confessioni di alcuni di voi…
Siete col cuore disposto a resistere? Sì o no? [giovani: “Sì!”] Siete col cuore disposto a lottare per la pace? [“Sì!”] Siete col cuore disposto alla riconciliazione? [“Sì!”] Siete col cuore disposto a amare questa bella patria? [“Sì”!] E torno all’inizio: siete col cuore disposto a pregare? [“Sì!”]
E vi chiedo anche di pregare per me, perché possa essere un buon vescovo, perché possa essere un buon Papa. Mi promettete di pregare per me? [“Sì!”]
E adesso vi darò la benedizione, a voi e alle vostre famiglie. Una benedizione chiedendo al Signore che vi dia l’amore e la pace.
(Benedizione)
Buona serata e pregate per me!
Discorso preparato dal Santo Padre
Cari giovani, cari amici, buonasera!
Ho la grande gioia di ritrovarvi questa sera, mentre cominciamo un nuovo anno liturgico con il tempo d’Avvento. Non è questa per ciascuno di noi l’occasione di una nuova partenza, l’occasione di «passare all’altra riva» (cfr Lc 8,22)?
Grazie Evans per le parole che mi hai rivolto a nome di tutti voi. Durante questo nostro incontro, potrò dare il sacramento della Riconciliazione ad alcuni di voi. E così vorrei invitarvi a riflettere sulla grandezza di questo Sacramento nel quale Dio ci viene incontro in modo personale. Ogni volta che noi glielo domandiamo, Egli viene con noi per farci “passare all’altra riva”, su questa riva della nostra vita nella quale Dio ci perdona, versa in noi il suo amore che guarisce, lenisce e rialza! Il Giubileo della Misericordia, che ho appena avuto la gioia di aprire particolarmente per voi, cari amici Centrafricani ed Africani, ci ricorda proprio che Dio ci aspetta, a braccia aperte, come ce lo ricorda la bella immagine del Padre che accoglie il figlio prodigo.
Infatti il perdono ricevuto ci consola e ci permette di ripartire con il cuore fiducioso e in pace, capaci di vivere maggiormente in armonia con noi stessi, con Dio e con gli altri. Questo perdono ricevuto ci permette anche di perdonare a nostra volta. Noi ne abbiamo sempre bisogno, e particolarmente nelle situazioni di conflitto, di violenza, come quelle che voi conoscete ancora troppo spesso. Ripeto la mia vicinanza a tutti coloro tra voi che sono toccati dal dolore, dalla separazione, dalle ferite inflitte dall’odio e dalla guerra. In questo contesto, perdonare a chi ci ha fatto del male è umanamente molto difficile. Ma Dio ci offre forza e coraggio per diventare quegli artigiani di riconciliazione e di pace di cui il vostro Paese ha tanto bisogno. Il cristiano, discepolo di Cristo, cammina sulle orme del suo Maestro, che sulla croce ha chiesto al Padre di perdonare coloro che lo crocifiggevano (cfr Lc 23,34). Com’è distante questo atteggiamento dai sentimenti che abitano troppo spesso il nostro cuore!… Meditare questo atteggiamento e questa parola di Gesù: « Padre, perdona loro», può aiutarci a convertire il nostro sguardo e il nostro cuore. Per molti, è uno scandalo che Dio sia venuto a farsi uno di noi. E’ uno scandalo che sia morto su una croce. Si, è uno scandalo: lo scandalo della croce. La croce continua a fare scandalo. Ma è l’unica via sicura: quella della Croce, quella di Gesù venuto a condividere la nostra vita per salvarci dal peccato (cfr Incontro con i giovani argentini nella Cattedrale di Rio de Janeiro, 25 luglio 2013). Cari amici, questa croce ci parla della prossimità di Dio: Egli è con noi, è con ciascuno di voi nelle vostre gioie come nelle vostre prove.
Cari giovani, il bene più prezioso che possiamo avere nella vita è la nostra relazione con Dio. Ne siete convinti? Siete consapevoli del valore inestimabile che avete agli occhi di Dio? Sapete che siete amati e accolti da Lui, incondizionatamente, così come siete? (cfr Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù 2015, 2). Dedicando tempo alla preghiera, alla lettura della Scrittura, particolarmente del Vangelo, voi Lo conoscerete meglio e conoscerete anche voi stessi. Infatti, i consigli di Gesù possono illuminare anche oggi i vostri sentimenti e le vostre scelte. Voi siete entusiasti e generosi, alla ricerca di un grande ideale, cercatori di verità e di bellezza. Vi incoraggio a mantenere lo spirito vigilante e critico di fronte ad ogni compromesso contrario al messaggio del Vangelo. Grazie per il vostro dinamismo creativo di cui la Chiesa ha bisogno! Coltivatelo! Siate testimoni della gioia che dà l’incontro con Gesù. Che essa vi trasformi, che renda la vostra fede più forte, più solida per superare le paure, per entrare sempre più nel progetto d’amore di Dio su di voi! Dio vuole il bene di tutti i suoi figli. Quelli che si lasciano guardare da lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 1). E, in cambio, possono guardare l’altro come un fratello, accettare che sia diverso e scoprire che è un dono per me. È così che la pace si costruisce ogni giorno. Ciò richiede di prendere la strada del servizio e dell’umiltà, di essere attenti ai bisogni dell’altro. Per entrare in questa logica, bisogna avere un cuore che sa abbassarsi e condividere la vita con quelli che sono più bisognosi. Lì è la vera carità. E così cresce la solidarietà cominciando da piccole cose, e i germi di divisione spariscono. Così il dialogo tra i credenti porta frutto, la fraternità si vive giorno per giorno e allarga il cuore aprendo un avvenire. In tal modo, voi potete fare molto bene per il vostro Paese, e vi incoraggio a farlo.
Cari giovani, il Signore è vivo e cammina al vostro fianco. Quando le difficoltà sembrano accumularsi, quando il dolore, la tristezza dominano intorno a voi, Egli non vi abbandona. Ci ha lasciato il memoriale del suo amore: l’Eucaristia e i Sacramenti per avanzare nel cammino trovando in essi la forza per andare avanti ogni giorno. E questa dev’essere la sorgente della vostra speranza e del vostro coraggio per passare all’altra riva (cfr Lc 8,22), con Gesù, aprendo nuove vie per voi e la vostra generazione, per le vostre famiglie, per il vostro Paese. Prego perché abbiate questa speranza. Siate ancorati ad essa e la donerete agli altri, al nostro mondo ferito dalle guerre, dai conflitti, dal male, dal peccato. Non dimenticate: il Signore è con voi. Egli ha fiducia in voi. Desidera che voi siate suoi discepoli-missionari, sostenuti dalla preghiera della Vergine Maria e da quella di tutta la Chiesa nei momenti difficili e nelle prove. Cari giovani del Centrafrica, andate, io vi mando!