Angelus. Il Papa: dobbiamo stare dalla parte dei rifugiati
Il Papa ieri all'Angelus (Ansa)
Nella Solennità del Corpus Domini, domenica il Papa all'Angelus ha lanciato un appello ad accogliere i profughi vincendo ideologie distorte. Francesco ha poi ribadito che ogni cristiano può trovare forza nell’Eucaristia. Infine, ha ricordato che martedì si recherà a Bozzolo e Barbiana per rendere omaggio a don Mazzolari e a don Milani.
«Oggi più che mai dobbiamo stare dalla parte dei rifugiati» ha detto papa Francesco, in vista della Giornata mondiale del rifugiato, promossa dall’Onu, che ricorre il 20 giugno. L’attenzione «concreta», ha aggiunto, va a donne, uomini, bambini in fuga da conflitti, violenze e persecuzioni: «Ricordiamo anche nella preghiera quanti di loro hanno perso la vita in mare o in estenuanti viaggi via terra. Le loro storie di dolore e di speranza possono diventare opportunità di incontro fraterno e di vera conoscenza reciproca. Infatti, l’incontro personale con i rifugiati dissipa paure e ideologie distorte, e diventa fattore di crescita in umanità, capace di fare spazio a sentimenti di apertura e alla costruzione di ponti».
I DATI ONU Una persona su 113 costretta a fuggire da guerra e violenze
Prima dell'appello per i rifugiati, il Papa si era soffermato sul significato della Solennità del Corpo e Sangue di Cristo. Francesco ha sottolineato che nutrirci di Gesù Eucaristia «significa anche abbandonarci con fiducia a Lui e lasciarci guidare da Lui». Nell’Eucaristia, Gesù ci offre la forza spirituale per aiutare il prossimo In questo modo, ha soggiunto, «l’amore gratuito ricevuto da Cristo nella Comunione eucaristica, con l’opera dello Spirito Santo alimenta il nostro amore per Dio» e per i fratelli che «incontriamo nel cammino di ogni giorno»: «Questa presenza solidale del Figlio di Dio è dappertutto: nelle città e nelle campagne, nel Nord e nel Sud del mondo, nei Paesi di tradizione cristiana e in quelli di prima evangelizzazione. E nell’Eucaristia Egli offre sé stesso come forza spirituale per aiutarci a mettere in pratica il suo comandamento – amarci come Lui ci ha amato –, costruendo comunità accoglienti e aperte alle necessità di tutti, specialmente delle persone più fragili, povere e bisognose».
Al momento dei saluti il Papa ha quindi rivolto un pensiero speciale a un gruppo di fedeli dalla Repubblica Centrafricana auspicando che, «con l’aiuto di Dio e la buona volontà di tutti, sia pienamente rilanciato e rafforzato il processo di pace, condizione necessaria per lo sviluppo» del Paese.
Infine, il pensiero alla visita privata di martedì: «Mi recherò in pellegrinaggio a Bozzolo e Barbiana, per rendere omaggio a don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani, i due sacerdoti che ci offrono un messaggio di cui oggi abbiamo tanto bisogno. Anche in questo caso ringrazio quanti, specialmente sacerdoti, mi accompagneranno con la loro preghiera».