Angelus. L'appello del Papa: "I viaggi della speranza non siano viaggi di morte"
Il brano del Vangelo di questa seconda domenica di Quaresima racconta l’episodio della Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor attraverso cui ai tre discepoli che l’accompagnano si rivela la “bellezza” del Figlio di Dio. Una bellezza che dovranno saper riconoscere più tardi nella realtà della croce e nei volti dei prossimi.
Dando il via alla sua riflessione all’Angelus, Francesco spiega che cosa vedono veramente Pietro, Giacomo e Giovanni in quel momento particolare e afferma che vedono la luce di Dio risplendere in Gesù “immagine perfetta del Padre”, vedono in lui incarnato l’amore divino. Una preparazione a quello che poi accadrà. Che sorpresa per i discepoli! Avevano avuto sotto gli occhi per tanto tempo il volto dell’Amore, e non si erano mai accorti di quanto fosse bello! Solo adesso se ne rendono conto, e con tanta gioia, con immensa gioia. Ma attraverso questa esperienza Gesù, in realtà, con questa esperienza li sta formando, li sta preparando a un passo ancora più importante. Di lì a poco, infatti, dovranno saper riconoscere in Lui la stessa bellezza, quando salirà sulla croce e il suo volto sarà sfigurato.
E’ un’esperienza meravigliosa quello che vivono, prosegue il Papa, tanto che Pietro “vorrebbe fermare il tempo”, ma non è questo che vuole Gesù. La sua luce non è la magia di un momento che passa “è una luce che orienta il cammino”, che non allontana i discepoli “dalla realtà della vita”, ma dà loro la forza di seguirlo fino alla croce. E Francesco commenta: Fratelli e sorelle, questo Vangelo traccia anche per noi una strada: ci insegna quanto è importante stare con Gesù, stare con Gesù, anche quando non è facile capire tutto quello che dice e che fa per noi. È stando con Lui, infatti, che impariamo a riconoscere, il suo volto, la bellezza luminosa dell’amore che si dona, anche quando porta i segni della croce. Ed è alla sua scuola che impariamo a cogliere la stessa bellezza nei volti delle persone che ogni giorno camminano accanto a noi.
L’invito del Papa è ad aprire gli occhi per accorgerci dei tanti “volti luminosi” che incontriamo, dei sorrisi e delle lacrime che ci parlano d’amore. Da loro riceviamo quella luce che viene da Dio che possiamo portare agli altri con le nostre opere concrete, vivendo con più generosità la nostra vita quotidiana.
Dopo l'Angelus
Come domenica 26 febbraio, giorno della tragedia sulle coste calabresi, Francesco all'Angelus torna ad esprimere il suo dolore.
"In questi giorni il pensiero andava spesso alle vittime dell’incidente ferroviario avvenuto in Grecia: molti erano giovani studenti. Prego per i defunti; sono vicino ai feriti, ai familiari, la Madonna li conforti.
Esprimo il mio dolore per la tragedia avvenuta nelle acque di Cutro, presso Crotone. Prego per le numerose vittime del naufragio, per i loro familiari e per quanti sono sopravvissuti. Manifesto il mio apprezzamento e la mia gratitudine alla popolazione locale e alle istituzioni per la solidarietà e l’accoglienza verso questi nostri fratelli e sorelle e rinnovo a tutti il mio appello affinché non si ripetano simili tragedie. I trafficanti di esseri umani siano fermati, non continuino a disporre della vita di tanti innocenti! I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte! Le limpide acque del Mediterraneo non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti! Che il Signore ci dia la forza di capire e di piangere.
Saluto tutti voi, romani e pellegrini dall’Italia e da vari Paesi. In particolare, saluto la comunità ucraina di Milano, venuta in occasione del 4° centenario del martirio del vescovo San Giosafat, che diede la vita per l’unità dei cristiani. Carissimi, lodo il vostro impegno per accogliere i vostri connazionali fuggiti dalla guerra. Il Signore, per intercessione di San Giosafat, doni la pace al martoriato popolo ucraino.
Saluto i pellegrini della Lituania, con la comunità lituana di Roma, che celebrano San Casimiro; come pure la comunità cattolica romena di Zaragoza (Spagna) e i gruppi parrocchiali venuti da Murcia e Jerez de la Frontera (Spagna), e da Tbilisi (Georgia).
Saluto i fedeli del Burkina Faso, i cresimandi di Scandicci e di Anzio, i fedeli di Capaci, Ostia e San Mauro Abate in Roma.
Auguro a tutti voi una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!"