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Angelus. Il Papa: In Avvento: svegliamoci, Dio è presente nelle cose di ogni giorno

Redazione Internet lunedì 28 novembre 2022

Nel tempo di Avvento “svegliamoci dal sonno” e chiediamoci: “sono consapevole di ciò che vivo, sono attento?”. Cerco “di riconoscere la presenza di Dio nelle situazioni quotidiane, oppure sono distratto e un po’ travolto dalle cose?”. Perché “se non ci accorgiamo oggi della sua venuta, saremo impreparati anche quando verrà alla fine dei tempi”. Così Papa Francesco nella breve catechesi prima della preghiera dell’Angelus di questa prima domenica d’Avvento, dedicata alla riflessione sul Vangelo di Matteo proposto dalla liturgia, e la bella promessa che contiene: “Il Signore vostro verrà”.

Questo, sottolinea, “è il fondamento della nostra speranza, è ciò che ci sostiene anche nei momenti più difficili e dolorosi della nostra vita: Dio viene. Non dimentichiamolo mai!”. Perché sempre “il Signore viene, ci fa visita, si fa vicino, e ritornerà alla fine dei tempi per accoglierci nel suo abbraccio”. Dobbiamo però farci due domande, chiarisce il Papa: “Come viene il Signore? E come riconoscerlo e accoglierlo?”.

Per rispondere alla prima, abbiamo sentito tante volte, ricorda, “che il Signore è presente nel nostro cammino, che ci accompagna e ci parla”. Ma forse noi, distratti, crediamo sia solo una verità “teorica”, oppure che il Signore “venga in modo eclatante, magari attraverso qualche segno prodigioso”. E invece Gesù dice che avverrà “come ai giorni di Noè”, cioè mentre gli uomini facevano “le cose normali e quotidiane della vita: «mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito»”. Dio è nascosto nella nostra vita, si nasconde nelle situazioni più comuni e ordinarie della nostra vita. Non viene in eventi straordinari, ma nelle cose di ogni giorno, si manifesta in queste. E lì, nel nostro lavoro quotidiano, in un incontro casuale, nel volto di una persona che ha bisogno, anche quando affrontiamo giornate che appaiono grigie e monotone, proprio lì c’è il Signore, che ci chiama, ci parla e ispira le nostre azioni.

Riguardo alla seconda domanda: “come riconoscere e accogliere il Signore?”, Francesco sottolinea che “dobbiamo essere svegli, attenti, vigilanti”. Perchè Gesù ci avverte del “pericolo di non accorgerci della sua venuta ed essere impreparati alla sua visita”. Sant’Agostino, ricorda il Pontefice diceva: “Temo il Signore che passa” cioè temeva che passasse e lui non lo riconoscesse. Infatti, nel Vangelo, “di quelle persone del tempo di Noè, Gesù dice che mangiavano e bevevano «e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti»”. Non si accorsero perché “Erano presi dalle loro cose e non si resero conto che stava per venire il diluvio”. Infatti Gesù dice che, quando Lui verrà, “due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato”.

Qual è la differenza? Semplicemente che uno è stato vigilante, capace di scorgere la presenza di Dio nella vita quotidiana; l’altro, invece, era distratto, ha “tirato a campare” e non si è accorto di nulla. Sono consapevole di ciò che vivo? Sono sveglio? Questo allora l’invito di Papa Francesco in questo tempo di Avvento: “Lasciamoci scuotere dal torpore e svegliamoci dal sonno! Proviamo a chiederci: sono consapevole di ciò che vivo, sono attento, sono sveglio?” Cerco di riconoscere la presenza di Dio nelle situazioni quotidiane, oppure sono distratto e un po’ travolto dalle cose? Se non ci accorgiamo oggi della sua venuta, saremo impreparati anche quando verrà alla fine dei tempi. Perciò, restiamo vigilanti! E attenti.

La preghiera finale alla Vergine Santa, “Donna dell’attesa, che ha saputo cogliere il passaggio di Dio nell’umile e nascosta vita di Nazaret e lo ha accolto nel suo grembo” e che ci aiuti in questo cammino di attesa e vigilanza, "per il Signore che è tra noi e passa”.

Dopo l'Angelus

Dopo la preghiera mariana dell’Angelus, il Papa ha manifestato la sua apprensione per i violenti scontri in Palestina e in Israele, dove mercoledì scorso ci sono stati due attentati, auspicando che le autorità israeliane e palestinesi abbiamo più a cuore il dialogo e la pace. E ricordando l’Ucraina il Pontefice ha esortato a non stancarsi di dire no alla guerra e alla violenza:

"Seguo con preoccupazione l’aumento della violenza e degli scontri che da mesi avvengono nello Stato di Palestina e in quello di Israele. Mercoledì scorso due vili attentati a Gerusalemme hanno ferito tante persone e ucciso un ragazzo israeliano; e lo stesso giorno, durante gli scontri armati a Nablus, è morto un ragazzo palestinese. La violenza uccide il futuro, spezzando la vita dei più giovani e indebolendo le speranze di pace. Preghiamo per questi giovani morti e per le loro famiglie, in particolare per le loro mamme. Auspico che le autorità israeliane e palestinesi abbiano maggiormente a cuore la ricerca del dialogo, costruendo la fiducia reciproca, senza la quale non ci sarà mai una soluzione di pace in Terra Santa".

il Papa ha espresso la sua vicinanza anche a Casamicciola, località dell'isola campana, sono rimasti coinvolti nella valanga di fango e sassi provocata dalle violente precipitazioni di questi giorni: "Sono vicino alla popolazione dell’Isola d’Ischia, colpita da un’alluvione. Prego per le vittime, per quanti soffrono e per tutti coloro che sono intervenuti in soccorso".

E ricordo anche Burkhard Scheffler, morto tre giorni fa qui sotto il colonnato di Piazza San Pietro: morto di freddo.