L'Angelus. Il Papa: Cristo non è un ricordo del passato, è vivo e cammina con noi
“La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?” E’ la domanda che Gesù pone ai suoi discepoli e che oggi rivolge a noi. Il Papa commenta all'Angelus il brano del Vangelo di Matteo proposto dalla liturgia di questa domenica. In genere, afferma, la gente pensa bene di Gesù, per molti è "un grande maestro", una persona "buona, giusta, coerente, coraggiosa". Ma tutto questo è troppo poco. Vederlo come un personaggio del passato, vorrebbe dire semplicemente avere "un bel ricordo di un tempo che fu - afferma -. E questo a Gesù non va". Infatti, poco dopo rivolge anche ai discepoli la stessa domanda: "Ma voi, chi dite che io sia?", e a noi ripete: "Chi sono per voi, adesso?".
Gesù non vuole essere un protagonista della storia, ma vuole essere protagonista del tuo oggi, del mio oggi; non un profeta lontano, Gesù vuol essere il Dio vicino! Cristo non è un ricordo del passato, ma il Dio del presente. Se fosse solo un personaggio storico, imitarlo oggi sarebbe impossibile: ci troveremmo davanti al grande fossato del tempo e soprattutto di fronte al suo modello, che è come una montagna altissima e irraggiungibile; vogliosi di scalarla, ma privi della capacità e dei mezzi necessari. Invece Gesù è vivo: ricordiamo questo, Gesù è vivo, Gesù vive nella Chiesa, vive nel mondo, Gesù e ci accompagna, Gesù è al nostro fianco.
La sua Parola e la sua grazia, prosegue il Papa, ci accompagnano "nei sentieri più difficili". Nella vita, dunque, non siamo soli. L'apostolo Pietro definisce Gesù "il Cristo, il Figlio del Dio vivente", non un eroe del passato, ma colui che è venuto per "condividere le gioie e le fatiche del nostro cammino".
Non scoraggiamoci se a volte la cima della vita cristiana sembra troppo alta e la via troppo ripida. Guardiamo a Gesù: guarda a Gesù, sempre; guardiamo a Gesù che cammina accanto a noi, che accoglie le nostre fragilità, condivide i nostri sforzi e appoggia sulle nostre spalle deboli il suo braccio saldo e gentile. Con Lui vicino, anche noi tendiamoci la mano gli uni gli altri e rinnoviamo la fiducia, con Gesù quel che da soli sembra impossibile, ma con Gesù si può andare avanti!
Francesco suggerisce a ciascuno di noi di porsi oggi quella stessa domanda: "Voi chi dite che io sia?", di chiedersi quindi se Gesù per me è "un grande personaggio, un punto di riferimento, un modello irraggiungibile?". Oppure se è il Signore che può portarmi "là dove da solo non riesco ad arrivare?". Il Papa conclude proponendo una sorta di 'esame di coscienza' che sollecita delle risposte:
Gesù è davvero vivo nella mia vita, e mi domando: Gesù vive con me? E' il mio Signore? Io mi affido a Lui nei momenti di difficoltà? Coltivo la sua presenza attraverso la Parola e attraverso i Sacramenti? Mi lascio guidare da Lui, insieme ai miei fratelli e sorelle, nella comunità? Gesù non vuole essere un protagonista della storia, ma vuole essere protagonista del tuo oggi, del mio oggi; non un profeta lontano, Gesù vuol essere il Dio vicino! Cristo non è un ricordo del passato, ma il Dio del presente.
Se fosse solo un personaggio storico, imitarlo oggi sarebbe impossibile: ci troveremmo davanti al grande fossato del tempo e soprattutto di fronte al suo modello, che è come una montagna altissima e irraggiungibile; vogliosi di scalarla, ma privi della capacità e dei mezzi necessari. Invece Gesù è vivo: ricordiamo questo, Gesù è vivo, Gesù vive nella Chiesa, vive nel mondo, Gesù e ci accompagna, Gesù è al nostro fianco.
La sua Parola e la sua grazia, prosegue il Papa, ci accompagnano "nei sentieri più difficili". Nella vita, dunque, non siamo soli. L'apostolo Pietro definisce Gesù "il Cristo, il Figlio del Dio vivente", non un eroe del passato, ma colui che è venuto per "condividere le gioie e le fatiche del nostro cammino".
Non scoraggiamoci se a volte la cima della vita cristiana sembra troppo alta e la via troppo ripida. Guardiamo a Gesù: guarda a Gesù, sempre; guardiamo a Gesù che cammina accanto a noi, che accoglie le nostre fragilità, condivide i nostri sforzi e appoggia sulle nostre spalle deboli il suo braccio saldo e gentile. Con Lui vicino, anche noi tendiamoci la mano gli uni gli altri e rinnoviamo la fiducia, con Gesù quel che da soli sembra impossibile, ma con Gesù si può andare avanti!
DOPO L'ANGELUS
Assicuro il ricordo anche nella preghiera per le vittime degli incendi divampati in questi giorni nel nord-est della Grecia, ed esprimo solidale vicinanza al popolo greco. E restiamo sempre vicini anche al popolo ucraino, che soffre per la guerra, e soffre tanto: non dimentichiamo l’Ucraina
Francesco ha poi ricordato l’a ricorrenza di Santa Monica, madre di Sant’Agostino, che “con le sue preghiere e le sue lacrime chiedeva al Signore la conversione di suo figlio”. Sull’esempio di quella donna “forte e brava”, il Papa ha chiesto quindi preghiere per tutte quelle mamme “che soffrono quando i figli si sono un po’ perduti o sono sulle strade difficili nella vita”.
Il Papa ha poi ricordato il suo imminente viaggio in Mongoli una "visita tanto desiderata" che sarà occasione "per abbracciare una Chiesa piccola nei numeri ma vivace nella fede e grande nella carità" e per incontrare "un popolo nobile, saggio con una grande tradizione religiosa"