Angelus. Dal Papa l'appello per la pace in Libia e per le persone migranti
Un appello a “rilanciare con convinzione e risolutezza la ricerca di un cammino verso la cessazione delle violenze, che porti alla pace, alla stabilità e all’unità” della Libia. A rivolgerlo agli organismi internazionali “e a quanti hanno responsabilità politiche e militari” è stato il Papa, che al termine dell’Angelus di domenica, davanti ai fedeli riuniti in piazza San Pietro con il dovuto rispetto del distanziamento sociale, ha rivelato: “Seguo con apprensione e anche con dolore la drammatica situazione in Libia. È stata presente nella mia preghiera in questi ultimi giorni”.
“Prego anche per le migliaia di migranti, rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni in Libia”, ha proseguito Francesco: “La situazione sanitaria ha aggravato le loro già precarie condizioni, rendendoli più vulnerabili da forme di sfruttamento e violenza. C’è crudeltà”.
“Invito la comunità internazionale, per favore, a prendere a cuore la loro condizione, individuando percorsi e fornendo mezzi per assicurare ad essi la protezione di cui hanno bisogno, una condizione dignitosa e un futuro di speranza”, l’altro invito del Papa. “In questo tutti abbiamo responsabilità, nessuno può sentirsi dispensato”, ha aggiunto a braccio: “Preghiamo per la Libia in silenzio, tutti”.
Francesco ha definito infine la Giornata mondiale del donatore di sangue – che ricorre oggi – “un’occasione per stimolare la società ad essere solidale e sensibile a quanti hanno bisogno. Saluto i volontari presenti ed esprimo il mio apprezzamento a tutti coloro che compiono questo atto semplice ma molto importante di aiuto al prossimo”.
Ecco le parole integrali del Papa all'Angelus.