Famiglia . Papa Francesco: troppa burocrazia nemica della cultura dell'adozione
Papa Francesco durante l'udienza ai dirigenti, agli operatori e ai bambini dell'Istituto Ospedale degli Innocenti di Firenze (Ansa / Vatican Media)
Ci sono bambini soli e famiglie che vorrebbero figli ma la troppa burocrazia, e a volte anche la corruzione, impediscono questo incontro. È il Papa a lanciare un appello affinché si diffonda «una cultura dell'adozione».
«Tante volte c'è gente che vuole adottare bambini, ma c'è una burocrazia così grande, quando non c'è la corruzione di mezzo, che tu paghi e... Ma aiutatemi in questo: a seminare coscienza», «tante, tante famiglie che non hanno figli e avrebbero sicuramente il desiderio di averne uno con l'adozione: andare avanti, creare una cultura di adozione perché i bambini abbandonati, soli, vittime di guerre e altro sono tanti». Poche parole pronunciate a braccio, dopo avere consegnato il discorso scritto, nell'incontro con i dirigenti, gli operatori e i bambini della storica istituzione, l'Istituto Ospedale degli Innocenti di Firenze, che da 600 anni si occupa di accoglienza dei bambini.
Una questione, quella delle difficoltà nelle adozioni, che ciclicamente si propone ma che non è mai stata risolta del tutto, a fronte invece di una richiesta enorme di accoglienza. E i bambini sono proprio «tra le persone più fragili di cui dobbiamo prenderci cura», ha esortato il Papa.
«Ci sono sicuramente tanti bambini rifiutati, derubati della loro infanzia e del loro futuro; minori che affrontano viaggi disperati per fuggire dalla fame o dalla guerra -ha aggiunto- Bambini che non vedono la luce perché le loro mamme subiscono condizionamenti economici, sociali, culturali che le spingono a rinunciare a quel dono meraviglioso che è la nascita di un figlio». «Quanto abbiamo bisogno - ha commentato Papa Francesco - di una cultura che riconosca il valore della vita, soprattutto di quella debole, minacciata, offesa, e anziché pensare di poterla mettere in disparte, di escluderla con muri e chiusure, si preoccupi di offrire cure e bellezza!».
Francesco, nel discorso, ha anche sottolineato un aspetto culturale e morale: “C’è una cultura della sorpresa nel vedere crescere, vedere come si sorprendono dalla vita, come entrano in contatto con la vita”, ha detto Francesco: “E noi dobbiamo imparare a fare lo stesso. Questa via, questa strada che tutti noi abbiamo fatto da bambini, dobbiamo riprenderla”. Nel Vangelo, ha ricordato il Papa, Gesù “va anche oltre: non solo dice di accogliere i bambini, e chi li accoglie accoglie Lui, ma va oltre: ‘Se non diventate come bambini, non entrerete nel Regno dei cieli’. Ed è questo che a noi deve insegnare la cultura del bambino”.
Francesco ha poi richiamato alla «responsabilità sociale ed etica» il mondo della finanza che, se vuole, può contribuire a «costruire una società più giusta e solidale». Un esempio fu, sei secoli fa, proprio quell'Ospedale degli Innocenti di Firenze, che nacque grazie alla donazione di un banchiere, Francesco Datini. Quindi “anche oggi, la responsabilità sociale ed etica del mondo della finanza è un valore indispensabile”
«L'altro elemento che colpisce, di questa storia, è che la progettazione fu affidata a Filippo Brunelleschi, l'architetto più importante dell'epoca, che proprio in quegli anni stava lavorando a un capolavoro che ancora oggi stupisce il mondo: la cupola della cattedrale di Santa Maria del Fiore. Perché la stessa bellezza che si dedica alla casa del Signore la si dedichi anche alla casa dei bambini meno fortunati”. “Perché per i bambini bisognosi di accoglienza non bastava dare il latte delle balie, c’era il desiderio di farli crescere in un ambiente che fosse il più bello possibile”, ha concluso Bergoglio.