Il viaggio in Cile e Perù. Abusi su minori, polemica sulle parole del Papa
Tra i temi più delicati affrontati dal Papa durante il pellegrinaggio in Cile e Perù c’è sicuramente lo scandalo degli abusi su minori da parte di sacerdoti e religiosi. A rilanciarlo lo stesso Francesco che da Santiago del Cile, il 16 gennaio, ha espresso parole di condanna senza appello: «Non posso fare a meno di esprimere il dolore e la vergogna che sento davanti al danno irreparabile causato a bambini da parte di ministri della Chiesa – ha detto –. Desidero unirmi ai miei fratelli nell’episcopato, perché è giusto chiedere perdono e appoggiare con tutte le forze le vittime, mentre dobbiamo impegnarci perché ciò non accada più».
E a suggello di queste parole ha incontrato alcune vittime di abusi, ascoltandole e piangendo con loro. Sullo sfondo la vicenda che avrebbe coinvolto il vescovo di Osorno, Juan Barros, accusato di aver coperto padre Fernardo Karadima, oggi 87enne, già parroco della comunità di El Bosque riconosciuto colpevole di abusi negli anni 80 e costretto dal Vaticano a una vita di ritiro e penitenza. Interpellato da alcuni giornalisti cileni, il Pontefice infatti ha difeso il vescovo: «Il giorno che qualcuno mi porterà una prova contro il vescovo Barros allora parlerò -a ha detto Francesco –. Ma finora non c’è nemmeno l’ombra di una prova. È tutta calunnia. È chiaro?».
Una risposta che ha provocato molte polemiche e sulla quale è intervenuto anche il cardinale Sean O’ Malley, presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, istituita dallo stesso Bergoglio. «È comprensibile che le dichiarazioni di papa Francesco siano state fonte di grande dolore per i sopravvissuti agli abusi sessuali da parte del clero», ha sottolineato O’ Malley in una nota pubblicata sul sito dell’arcidiocesi di Boston di cui è arcivescovo. Parole, secondo il porporato che trasmettono il messaggio che «se non puoi provare le tue affermazioni, allora non sarai creduto» suonando come un abbandono di «coloro che hanno subito violazioni riprovevoli della loro dignità umana, relegando i sopravvissuti ad un esilio screditato».
Le parole di O’ Malley sono arrivate nel cuore di una polemica che dura da tempo contro Barros con manifestazioni che ne chiedono apertamente le dimissioni e la rimozione. A guidarle le parole di tre ex vittime di Karadima, secondo cui non soltanto l’attuale vescovo di Osorno avrebbe insabbiato la vicenda Karadima ma in una circostanza avrebbe personalmente assisto a un caso di abusi.
Nella stessa nota firmata da O’ Malley peraltro il porporato aggiunge che «non essendo stato coinvolto personalmente nei casi oggetto dell’intervista, non posso sapere perché il Santo Padre ha scelto le parole particolari che ha usato in quel momento. Quello che so, comunque, è che Papa Francesco riconosce pienamente gli eclatanti fallimenti della Chiesa e del clero che ha abusato dei bambini e l’impatto devastante che questi crimini hanno avuto sui sopravvissuti e sui loro cari». E nel giorno finale della visita di Francesco in Perù, O’Malley ha concelebrata la Messa conclusiva cui hanno partecipato un milione e 300mila fedeli.