Vi spiego in breve quanto è ormai difficile muoversi tra Africa e Italia
Caro direttore,
“Avvenire” parla quasi quotidianamente e in termini civili degli immigrati. Questo dona un raggio di serenità a chi è coinvolto nel problema. Io sono un medico italiano, ho lavorato per dieci anni in Africa e ho adottato due ragazzi africani. La mia vera seconda patria è il Ghana, seriamente, non alla maniera “di quelli” dei selfie con i bambini. Avendo una famiglia africana conosco bene i problemi dell’immigrazione. Tutti ci inchiniamo di fronte alle tragedie (annunciate) dei migranti costretti a percorrere per terra e per mare vie irregolari verso l’Europa, ma non ci accorgiamo neanche più delle difficoltà insormontabili che riguardano coloro che vogliono immigrare legalmente. Le garantisco che per chi proviene da uno Stato africano entrare nei Paesi Schengen legalmente, con un semplice e genuino visto turistico, garantito in ogni modo, è praticamente impossibile. Impossibile! Ho dovuto lottare 10 anni (dieci!) per far venire in Italia dal Ghana mio figlio adottato nel tribunale di Brescia (non di Accra). Sto rinunciando a far venire un mio carissimo amico ghanese a visitarmi per breve tempo: chiedono documentazioni impossibili da produrre. Abbiamo politici che non conoscono l’Abc dei problemi, anche se tuonano o piangono nel fare gli annunci. Abbiamo una opinione pubblica considerata contraria a prescindere. Abbiamo un partito progressista (?) che teme di fare le cose per paura di perdere il già debole consenso. A livello personale, ho già risolto il problema perché sono io a chiedere ospitalità agli amici africani che sono felici di concedermela. Ma a livello generale... . Un caro saluto
Pietro Giacomo Menolfi
Gentile e caro dottor Menolfi, la fotografia che lei fa della “follia” che (s)governa e complica da oltre dieci anni i movimenti di persone, anche i più normali, da alcuni Paesi verso l’Italia è purtroppo vera. Accade a chi vorrebbe viaggiare per ragioni di famiglia o d’amicizia soprattutto, ma non solo, da molti Paesi d’Africa, ma anche a chi vorrebbe farlo per motivi turistici e culturali, per non parlare della ricerca di un lavoro e, se non si è ricchi, persino per affari... Le vie regolari sono state deliberatamente ostruite, e qualcuno sostiene persino che questa sarebbe civiltà e resistenza all’irregolarità... È l’esatto contrario: è inciviltà e incentivo di fatto ai traffici senza legge né umanità. Grazie per la sua schietta ed efficace testimonianza.