Editoriale. Veneto indipendente? Questione di schei
È il sogno della Lega? Ma no: la Lega c’è ancora, il governatore della regione è un leghista, ma la Lega chiede e dice che sta per ottenere il federalismo. Questo referendum vuole l’indipendenza. C’entra la Crimea? C’entra, ma gli indipendentisti vogliono di più: dicono che la Crimea s’è data alla Russia, loro non vogliono darsi a nessuno. Il Veneto è una regione diversa e separata dall’Italia, e vuole una storia diversa e separata? Sarebbe grave, proprio ora che stiamo preparando le celebrazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale, che fu combattuta e vinta proprio qui.
Ma la ragione di questa richiesta d’indipendenza non è razziale, storica, culturale. Sta tutta in una frasetta che l’organizzatore del referendum (figlio comunque della originaria Lega, la Liga Veneta, quella che Bossi ha fagocitato nella Lega Nord e poi distrutta) butta lì: «Paghiamo 70 miliardi di tasse e ce ne ritornano 50, quindi ce ne rubano 20, più altri 10 che ci scaricano addosso come quotaparte regionale del debito nazionale». Questo lamento del Veneto è antico e non è una protesta soltanto verso Roma. Il Veneto è circondato da regioni che hanno tutte un trattamento fiscale più vantaggioso. Soprattutto l’Alto Adige. I sindaci del Veneto lamentano che per ogni 100 euro di tasse che danno a Roma ne ritornano 75, mentre Bolzano per ogni 100 euro gliene ritornano 120. Sono cifre ballerine, che nessun sindaco o governatore ha mai precisato. Neanche Roma.
Certo però che il divario c’è. È per questo divario, patito come un furto, che i leghisti parlano di 'Roma ladrona'. Non amano la nazione e non amano la capitale. E non amano la politica e i partiti politici. I veneti votano in percentuale alta, certo, ma han sempre votato in senso anti-nazionale. Per mezzo secolo han votato Dc, ed era un modo di non votare per la politica, ma per qualcosa che sta al di sopra della politica, e che dà garanzie morali che la politica non dà. Poi sono passati a votare Lega, e non era un voto pro-nazione ma anti-nazione, anti-Roma, anti-Parlamento. Adesso, con questa consultazione, si pronunciano per l’indipendenza. L’han votata. Possono averla? Ma no: è stoppata dalla Costituzione. Allora, operazione inutile? Nient’affatto: tanto è vero che tutti i giornali ne parlano. Il disagio di fondo c’è ed è grande: i rapporti regione-Stato andrebbero reimpostati. Non è una questione di razza. Di storia. Di autonomia. D’indipendenza. È una questione di soldi. Di schei.