Università, il dibattito. Valutare gli atenei. Sfida per il Paese
Sta suscitando un ampio dibattito, di cui diamo conto, l’articolo pubblicato lo scorso 7 giugno su avvenire.it a proposito della valutazione universitaria. Gli atenei del Sud sono in gran parte peggiori della media italiana?
È quello che sembra emergere dai dati ufficiali, ma sinora non resi pubblici dal ministero. Si sa che la valutazione della qualità universitaria è un tema sempre delicato, anche se gli accademici in realtà valutano se stessi. È appena stata diffusa la classifica dei dipartimenti di eccellenza.
Nell’attuale classifica, 144 dipartimenti (cioè i raggruppamenti di insegnamenti e docenti per materie omogenee, per esempio: Scienze giuridiche; Biotecnologie mediche, Matematica) hanno ottenuto il punteggio massimo 100. Il 350°, Elettronica e telecomunicazioni al Politecnico di Torino, ha ottenuto 73. Tutti gli altri dipartimenti, più di 400, sono già stati eliminati, ma non è noto il giudizio numerico che hanno raccolto.
Il sito di informazione universitaria Roars.it ha però svelato l’intera classifica riferita alla valutazione precedente. Emerge che 119 dipartimenti, la gran parte del Sud e delle Isole, avevano ricevuto una valutazione di 0 (zero) su 100 (ciò non significa che non si sia fatto nulla in termini di ricerca). Inoltre, 236 dipartimenti, circa un terzo, avevano ottenuto meno di 10 su 100.
Che cosa se ne deve concludere? Secondo Roars.it, o lo strumento è «un termometro impazzito», oppure c’è una «bancarotta» di una parte della nostra università. Ecco le prime risposte.