Il direttore risponde. Utenti: aperti gli spazi all’azione collettiva
A. Sabato
Sono certo che la sua lettera otterrebbe il plauso incondizionato dei tantissimi che, mettendo la freccia per entrare in un’area di servizio, sperimentano giorno dopo giorno lo stillicidio apparentemente inesorabile dei centesimi che aumentano. Speriamo che le parole dell’Autorità riescano a incrinare quel fronte contrapposto costituito, da una parte, dalle società petrolifere le quali ripetono con monotonia che tutto è normale e, dall’altra, dalle associazioni di consumatori che lanciano accuse sempre più vibranti, senza che si riesca a capire come stanno realmente le cose. Tutti attendiamo spiegazioni convincenti per l’asimmetria di andamento dei prezzi dei carburanti in salita e discesa. La disciplina sulla cosiddetta class action dà finalmente la possibilità a consumatori o utenti che abbiano subito danni da prodotti difettosi, oppure da azioni commerciali scorrette o comportamenti contrari alle norme sulla concorrenza, di "coalizzarsi" per ottenere giustizia, anche in casi in cui ricorrere al giudice sarebbe troppo costoso per un singolo. È evidente che solo un temerario oserebbe andare da solo contro gli stuoli di avvocati delle compagnie petrolifere o di società multinazionali. Ma ciò che non è alla portata di un singolo, lo è viceversa quando i ricorrenti sono centinaia o migliaia. Viste le premesse, sono certo che non mancheranno le occasioni in cui tornare a parlarne.