Unire vita sana e gusto della vita. Paradosso? Diciamo salutare saggezza
Gentile direttore,
ho letto con imbarazzo la lettera del professor Curtis Ellison, una sorta di Cicero “pro domo sua”, che in sostanza cerca di riproporre il paradosso francese del “consumo moderato di alcol come fattore protettivo per la salute” dopo un decennio abbondante dalla confutazione della teoria. L'alcol è considerato dall'Oms un cancerogeno di classe 1, voglio dire, Oms, non l’associazione di studio “In vino veritas”, per cui prima o poi il professore e i bevitori se ne dovranno fare una ragione.
Io, gentile dottoressa Facchini, quella lettera l’ho letta e commentata senza imbarazzo, così come ho letto con interesse e senza imbarazzo le valutazioni (anche contrastanti) di altri clinici illustri più o meno di Curtis Ellison, che è professore emerito nella Scuola di Medicina dell’Università di Boston e non membro di una setta antiscientifica o di una lobby di impenitenti alcolisti. Sarà anche un “paradosso francese” – come lei, che a differenza mia è esperta di medicina, osserva – o anche un “paradosso italiano” prescrivere moderazione nell’uso di alcol, carni rosse e salumi (tutti in “classe 1” quanto a rischio cancro) all’interno di una equilibrata “dieta mediterranea”, ma a me sembra un paradosso sensato e che fa bene. Spero, perciò, che sapremo interpretare sempre meglio questo paradosso che aiuta a unire vita sana e gusto della vita. Lo spero e, anzi, ci conto. Per questo cerco di praticarlo. Lo dico, come ho già scritto, da uomo della “civiltà del pane e del vino” (e dell’olio, e dei pesci e dei frutti della terra) e come onnivoro non pentito e non smodato, felice anche di nutrire una fede – quella cristiana – che è forse l’unica sul piano alimentare che nessun cibo proibisce e a molti consumi di vita (animale e vegetale) pone meditato, temporaneo e ciclico limite. A me questa pare una saggezza che la scienza via via razionalmente approfondisce, non smentisce e ragionevolmente rafforza.