Una piccola storia che può offrire un insegnamento utile a tanti di noi
Gentile direttore,
sono un’anziana di 80 anni e io e mio marito siamo affezionati lettori di “Avvenire” da molti anni. Desidero oggi inviarle queste poche righe per raccontarle un episodio che mi ha dato molta consolazione. Ogni giorno incontriamo sul nostro cammino, al solito angolo, un mendicante cingalese ormai non più giovane, che conosciamo da tanti anni. Noi gli diamo sempre una moneta e ci salutiamo reciprocamente con affetto. Stamani, andando a vuotare l’immondizia, ho dimenticato la mascherina. L’ho visto venirmi incontro e donarmi una mascherina nuova dicendo: «Ho visto che eri senza». Quanto affetto e amicizia ho sentito in quel momento. Questa volta era lui che poteva donarmi qualcosa. È una cosa piccolissima quella che le ho scritto, ma che può insegnare molto... Con stima la ringrazio per la preziosità del lavoro suo e dei suoi collaboratori.
Anna Lopes PegnaCara e gentile signora Anna, la sua brevissima e bellissima lettera mi ha regalato un sorriso pieno di allegria, anzi tre sorrisi in sequenza. Il primo di gratitudine per la fedeltà di lettura sua e di suo marito, il secondo per il vostro esercizio quotidiano della solidarietà possibile a tutti, il terzo per il racconto del dono ricambiato del mendicante. E mi ha fatto tornare in mente ciò che ci ricorda spesso papa Francesco – e che sin da bambino mi avevano insegnato mia nonna e mia madre – quando compi o ricevi un gesto di bontà o di carità, e tutti ne abbiamo bisogno nella nostra vita, non bisogna né ostentare né vergognarsi, e la cosa più importante è guardare negli occhi chi ti sta davanti. Perché l’altro è importante, come te. Grazie, cara amica. Grazie davvero.