Una gran riforma a costo zero? Tener pulita l'Italia (parola di ciclista)
Caro direttore,
il presidente Draghi, al quale la mia stima certo non manca, ha annunciato investimenti per la promozione dell’Italia in tutto il mondo per la prossima stagione turistica. Bene: è decisamente una buona notizia, che sarà stata accolta con tanto sollievo da parte di tutti gli operatori del settore. Mi dispiace, però, che nulla si investa a favore della pulizia delle strade e di tutti quegli angoli del nostro Paese che purtroppo fungono da discarica. Lo dico da ciclista, visto che è proprio di ciclo-viaggiatori che si vorrebbe fare incetta! Tutte – dico: tutte – le nostre strade, aree di sosta, periferiche e no, sono costellate di rifiuti di ogni genere, di norma abbandonati da chiunque non si faccia scrupolo ad aggiungerne ancora un po’. E pensare che quasi quasi di investimenti economici non ce ne sarebbe bisogno: basterebbe sensibilizzare gli amministratori dei vari Comuni, i sovrintendenti ciechi delle varie vie di comunicazione, che sicuramente sono anch’essi pagati, e punire chi sporca. Ci vorrebbe, insomma, che ognuno facesse il proprio lavoro. È paradossale leggere frasi e annunci altisonanti riguardanti ecologia e ambiente e poi tollerare che il nostro Paese sia insozzato così in ogni dove. Ma voi, signori ammi-nistratori, per le strade non viaggiate? E mettiamoci pure nei panni dei turisti stranieri che arrivano e visitano l’Italia, cosa devono pensare? Che siamo zozzoni! Ripeto non c’è da spendere denaro: si punisca chi sporca e si sensibilizzi chi deve controllare. Insomma, a ognuno il proprio dovere, e tutto a costo zero.
Girare l’Italia in bicicletta aiuta a vedere bene, caro signor Lolli. Non tutto e ovunque è un disastro di sporcizia e noncuranza, ma troppi luoghi – a sud come a nord, a est come a ovest – sono segnati da questi autentici insulti alla bellezza del nostro Paese e al buon nome di chi lo abita. E non stiamo parlando di azioni criminali come quelle perpetrate con discariche abusive e roghi tossici, ma di ordinaria inciviltà. La sua ricetta in due mosse è elementare e perciò facile da applicare. Svegliare e motivare i controllori, sanzionare gli “zozzoni”. Ne aggiungo una terza: educare i bambini e le bambine sin da piccoli. Con me – in famiglia, a scuola, in parrocchia, negli scout... – e con tanti altri ha funzionato: ci hanno insegnato a non buttare neanche una carta (figuriamoci della plastica) per terra e semmai a raccoglierla. Banale? Forse, ma efficace. E troppi, a forza dire che la buona educazione era banale, si sono dimenticati di insegnarlo e soprattutto di farlo. Anche qui, come ci insegna Paolo VI, quelli che danno l’esempio (diventando “testimoni”) sono gli unici veri e ascoltati maestri.