Opinioni

Il direttore risponde. Una famiglia "ferita" e un prete: il bene che si fa senza le fanfare

lunedì 7 dicembre 2015
Caro direttore, sono una mamma molto preoccupata per la situazione economica di una figlia, priva di un lavoro continuativo e mamma a sua volta di 2 ragazzi di 15 e di 9 anni, separata da un marito che vive in Svizzera con un’altra donna e si ritiene esonerato dal contribuire al mantenimento della famiglia, specie dei minori. Mia figlia ha appena ricevuto una bolletta Eni di 700 euro intestata a lui, per arretrati nei pagamenti che si rifiuta di contribuire a pagare per l’intero nucleo familiare. In questi giorni, per la mancata soluzione del debito, le è stata totalmente sospesa l’erogazione del servizio Eni e, adesso, il pagamento deve essere assolto in un’unica rata. Le scrivo per segnalare un intervento molto particolare, piccolo emblema di quanto opera la Chiesa anche per noi italiani. Dopo vari tentativi presso diverse istituzioni senza risultati positivi, l’intera somma mi è stata data dall’ex parroco della parrocchia di mia figlia in Brianza, ora lì residente perché pensionato, che ha accolto il mio impegno di restituzione, ovviamente molto rateizzato (quando e tutte le volte che mi sarà possibile). Sono parecchi ogni giorno questi interventi, anche personali e mai solo materiali, dei nostri preti, e questo mi rende felice: le parole e gli interventi concreti di papa Francesco sono uguali a quelli compiuti da tanti sacerdoti che nel nascondimento, senza nessuna pubblicità, sono pronti a intervenire nell’immediatezza, come questo tipo di problemi richiede. Mi sembra giusto rendere pubblica questa generosità pronta e senza condizioni.                                                                         Marzia Raggi Il bene si fa senza fanfare, nella maniera più semplice e senza fronzoli. E la carità degli uomini e delle donne di Dio si realizza in tanti modi diversi, materiali e morali, non certo per ultimo quello di tendere una mano quando nessun altro lo fa e le regole del codice e persino le conseguenze di certi proclamati "diritti civili" finiscono con lo schiacciare incivilmente le persone. Accade ogni giorno, in tutta Italia: ci sono preti che non hanno solo parole buone, ma ci guardano dentro e ci ridanno fiducia, soprattutto quando nessuno di noi si cura e si fida. Lei lo sa, cara signora Raggi, io lo so e, proprio allo stesso modo, lo sanno tantissime altre persone normali come noi, gente – come dico spesso – che condivide la vita vera della gente vera, le gioie e i problemi di persone e famiglie, che conosce sul serio i nostri preti e che non abita sulla Luna né guarda il mondo dalle torrette d’avorio di qualche giornale, da dove si spacciano – enfatizzando solo errori e malefatte di alcuni – i peggiori pregiudizi sulla Chiesa e su tutti gli uomini e le donne che, per impegno di vita, la servono e servono i fratelli, soprattutto i più deboli e poveri. Grazie, gentile e cara amica, per l’asciutto ed efficace racconto su un anziano prete e una giovane famiglia "ferita" scritto da una madre che non smette di esserlo. È una testimonianza molto bella e utile.