Un gran film su papa Francesco parole giuste da dire, cose da fare
Gentile direttore,
sono appena tornata a casa dopo la visione di “Papa Francesco, un uomo di parola” di Wim Wenders, che raccomando a tutti. Non mi dilungo sulla bellezza dell’opera, anche perché ci restituisce un ritratto ancor più bello e profondo del nostro Papa, raccolto in due interviste. Quello che ha suscitato in me un’emozione è stata una canzone in lingua spagnola il cui motivo di fondo era « ...la morte non mi trovi indifferente sulle sofferenze, le ingiustizie e le povertà... ». Ho confrontato questi versi con le dichiarazioni sui social del ministro Salvini, che ho trovato registrate anche nel nostro giornale, a proposito dell’operazione Mediterranea «nave di scalcagnati che vanno a prendere tre merluzzetti». Non ho parole, ma solo pensieri tristi, a partire dal lessico della gente che ci governa, in questo caso per il riconoscimento della dignità di ogni uomo, soccorritori o salvati. Altro che solo indifferenza...
Dobbiamo sperare sempre, gentile e cara amica. E mai disperare. E rimboccarci le maniche, con pazienza e fiducia per vincere l’ingiustizia e costruire quella che san Paolo VI ha chiamato la «civiltà dell’amore». Dobbiamo saperlo fare ascoltato e seguendo, oggi, papa Francesco, come già fanno tanti uomini e donne di Dio, consacrati e no, che s’impegnano a vivere il Vangelo da cattolici e intrecciano passi e mani in questa azione di bene con persone diversamente credenti o non credenti affatto. Dobbiamo sperare che chi fa politica si renda conto che governare è più importante di inscenare comizi a ripetizione. E dobbiamo sperare e agire perché chi si spende per gli altri non venga liquidato mai più come uno «scalcagnato» e chi viene soccorso e salvato in mare mai più venga chiamato «merluzzetto». Sperare che la canzone che le è rimasta in mente e nel cuore, che s’intitola Solo le pido a Dios (Ho solo chiesto a Dio) e che è stata in diversi modi e sempre splendidamente interpretata dalla grande e rimpianta Mercedes Sosa, col suo ritmo di cammino e i suoi trascinanti versi sappia farsi “colonna sonora” non solo nel magistrale racconto filmico su papa Francesco realizzato da Wim Wenders, ma anche di un racconto vivo dell’esistenza nostra e degli altri che torni a modularsi sul registro della fraternità e della solidarietà e generi azioni conseguenti. Per un mondo nel quale si sia capaci – e questo noi cattolici dovremmo averlo chiaro e a cuore – di rimettere Dio al posto di un sospettoso e rancoroso “io”.