Annichiliti da un’assurda violenza. Con una speranza più grande nel cuore
Cerco di dare più spazio possibile, in questi giorni, alle voci dei lettori. Rispondo, oggi, solo alla prima delle lettere che seguono, quella amarissima del lettore Arreghini, sull’esportazione della dittatura: è una tentazione più antica della vertigine che ha portato a pensare che la democrazia potesse essere esportata sulla punta delle armi e non “per sano contagio” e paziente coltivazione, ma – grazie a Dio e al cammino fatto dall’umanità – la disastrosa esportazione sanguinaria della dittatura è un’illusione ancora più falsa. Bisogna averlo chiaro, bisogna saper resistere. Aiutateci, cari amici e care amiche, a ragionare fuori dagli schemi della guerra, che conosciamo bene e che non conoscono ragioni.
LA DEMOCRAZIA NON SI ESPORTA MA FORSE LA DITTATURA SI'
Gentile direttore,
da quanto avviene in Ucraina e non solo, appare chiaro che la democrazia non si può esportare ma la dittatura sì...
Gabriele Arreghini, Cesano Maderno (Mb)
IN QUEST’ORA BUIA DELLA STORIA È L’ORA DELLA SPERANZA CRISTIANA
Caro direttore,
in quest’ora buia della propria storia il popolo cristiano ucraino è chiamato a una grave prova. E con lui anche noi, se è vero che tutti insieme siamo il “corpo” di Cristo. È l’ora della Speranza! Il grande Mistero fin d’ora – subito, pur in questa circostanza – già ci può liberare dall’odio, dal sangue versato e dalla vendetta... che d’acchito sente pulsare nelle vene – e non può non pulsare – l’uomo che subisce l’umiliazione di un inaudito sopruso! La speranza è il «luogo» della liberazione, ora e qui! E infatti, solo nella speranza certa che viene dalla fede, è possibile impegnarsi nella resistenza e lottare per l’insopprimibile libertà. Non saremmo uomini. Soltanto quei cristiani che nella circostanza assurda dell’invasione riconosceranno il segno della Croce conosceranno e saranno segno della Resurrezione... non nell’ultimo giorno, ma ora e qui, per se stessi e per noi tutti. Ho visto la scena di ucraini in preghiera inginocchiati in una piazza. Accompagnare quei cristiani ucraini, pregando con loro la Madonna, è vivere con i piedi per terra la nostra stessa fede. Cristo è ora, ed è Lui la Speranza che non delude ed è così reale che anche con i blindati russi in piazza rende liberi! In spe salvi! O così, o io non so più che significa avere fede nel buio della storia...
Pippo Emmolo, Cusano Milanino
IL PAPA ANZIANO E CLAUDICANTE A CASA DELL’AGGRESSORE PER CHIEDERE PACE
Gentile direttore,
“Avvenire” lo ha sottolineato, e non è stato l’unico, ma è davvero un’iniziativa senza precedenti, fuori da ogni protocollo, quella che ha assunto venerdì 26 febbraio 2022 papa Francesco. Mai un Papa si era fatto carico di un gesto così forte. Ma Francesco è Francesco e prima di mezzogiorno, a sorpresa, è arrivato a bordo della sua utilitaria bianca in Via della Conciliazione 10, ingresso della rappresentanza diplomatica russa in Vaticano e ha incontrato l’ambasciatore Alexander Avdeev. Poi il faccia a faccia, l’espressione della grande preoccupazione per le popolazioni, l’invito a prendersi cura dei bambini, dei malati e dei sofferenti. Poi un tweet, altrettanto senza precedenti, anche In lingua russa (oltre che in ucraino), con un passaggio dell’enciclica Fratelli tutti: “Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male”. Un uomo anziano e claudicante si trascina a casa dell’aggressore a chiedere pace. A implorare pace. Quest’uomo è il Papa della Chiesa cattolica e da sempre ci dice, nel solco di chi lo ha preceduto, secondo il Magistero che ha ereditato e che i suoi gesti rinnovano: «Se prevale l’orgoglio, la pace è impossibile». Nessun leader mondiale ha sinora compiuto un gesto umano, culturale e politico di pari livello, perché la politica ormai sa contare solo i chilometri cubi di gas e la percentuale di Pil degli scambi commerciali. Chi usa questi criteri non può aiutare nessuno, intercedere per nessuno, tantomeno per il più debole. Il cattolicesimo è pilastro imperfetto, ma irrinunciabile, di qualsiasi possibilità di pace in ogni angolo del mondo.
Celso Vassalini, Brescia
I FRUTTI AMARI DELLA MANCATA DIFESA COMUNE EUROPEA
Gentile direttore,
eccoci all’invasione dell’Ucraina. La Russia ha condizionato pesantemente la vita del mondo nel Ventesimo secolo (ancora ne paghiamo le conseguenze) e si prepara a farlo anche nel Ventunesimo. Ho l’impressione che con personaggi come Putin sia necessario prepararsi agli scenari peggiori. E ancora una volta, come è successo nella Seconda guerra mondiale, siamo nelle mani degli Stati Uniti d’America. Questo perché l’Europa non è stata in grado di fare quello che Alcide De Gasperi avrebbe voluto fare all’inizio degli anni 50 del Novecento, cioè l’esercito europeo per garantire una difesa comune. E questa, ieri come oggi, lo ha ricordato l’attuale ministro della Difesa Guerini, è una decisione politica prima che tecnica e militare. Dalla fine della Seconda guerra mondiale abbiamo vissuto, come europei, un lungo periodo di pace che non ha avuto precedenti nella storia. E ci siamo illusi. Probabilmente dobbiamo cominciare a ragionare in termini diversi...
Dino Avanzi, Fiorenzuola d’ Arda (Pc)
RIDARE VOCE E DARE EFFICACIA A RUOLO E AZIONE DELL’ONU
Gentile direttore,
con tristezza, senso di impotenza e preoccupazione assistiamo al drammatico degenerare degli eventi in Ucraina... possiamo pregare, per le vittime dei bombardamenti, per tutte quelle persone che cercano di fuggire dalle loro case o si nascondono sottoterra, per i bambini malati che non possono ricevere le cure quotidiane; per i capi di governo affinché prendano le decisioni più sagge, perché i diplomatici facciano di tutto per riportare la pace... Possiamo però anche cercare di capire le cause e le conseguenze, manifestare e protestare! È Putin l’irresponsabile che ha calpestato gli ultimi limiti, programmando e ordinando la guerra, ma non ci sono proprio altre potenze che avranno vantaggi da questa situazione? È un errore dire che gli Usa potranno venderci il loro gas e quello di altri Paesi alleati in alternativa a quello russo e forse riprenderanno maggiore controllo sull’Europa? E la Cina, che se ne sta tranquilla nell’ombra, facendo affari e spalleggiando di fatto Putin? Tenendo conto che le superpotenze sono dotate di armi atomiche, non è forse estremamente urgente una riforma dell’Onu e togliere il diritto di veto che blocca ogni decisione importante? Imparando la lezione del passato, invece di puntare sul rafforzamento della Nato, perché non dare un ruolo più importante, piena capacità di intervento alle Nazioni Unite, organizzazione fondata per «rafforzare la pace a livello internazionale, la sicurezza e le buone relazioni tra i diversi Stati, nonché promuovere lo sviluppo economico e sociale e garantire il rispetto dei diritti umani»? Ringrazio “Avvenire” per il prezioso servizio di informazione e approfondimento.
Clara Santagiuliana, Arcore (Mb)
CHI USA LA FORZA VIOLENTA È DEBOLE E IL VERO «ORSO RUSSO» DICE PACE...
Caro direttore,
un conflitto nasce da una parte che non si sente riconosciuta e che intende rivendicare la sua grandezza per affermare l’autostima ferita, la sua nostalgia a esser di più dell’altro. Chi usa la forza con violenza è un debole, un bisognoso che va curato, fasciato, medicato. Ma bisogna fare anche mea culpa perché se noi lo abbiamo lasciato solo e risentito, se noi non abbiamo previsto le conseguenze perché indifferenti, la colpa del conflitto è anche nostra, delle nostre divisioni, dei nostri egoismi delle nostre ignoranze che liberano la solitudine. Il futuro non può essere in un modo diviso, ma nel costruire inclusione, comprensione, dialogo. Vladimir Putin sta usando male la storia della Russia. Il simbolo della Russia è l’orso, ma vorrei ricordare che san Sergio di Radonez – il “san Francesco russo” –, mite e umile, vera icona di Cristo, ammansì l’orso e l’orso venne a mangiare dalle sue mani. Caro Vladimir l’orso di san Sergio, è simbolo della Russia che mangia dalle mani di Cristo e in Cristo è pace. Questo è il vero orso russo. La guerra contro l’Ucraina è il tradimento della Russia e della vera anima russa. Il governo della Federazione russa non può guardare a Stalin ma a chi precede Stalin.
don Lorenzo Mischiati, Parrocchia di Castelbaldo, Masi, Piacenza d’Adige Diocesi di Padova