Opinioni

Ucraina. Guerra, giorno 51: Putin può usare l'arma atomica? Che cosa aspettarci adesso

Andrea Lavazza venerdì 15 aprile 2022

L'affondamento dell'incrociatore "Moskva" al largo di Odessa ha segnato un possibile punto di svolta del conflitto. Non tanto per gli equilibri militari, ma per i riflessi strategico-politici. Non poteva restare "impunito" dal punto di vista del Cremlino il blitz delle forze ucraine, che hanno umiliato l'Armata russa mandando a picco l'ammiraglia della flotta schierata nel Mar Nero. E poche ore dopo sono stati colpiti gli impianti nella zona di Kiev dove i missili Nettuno usati nell'attacco verrebbero assemblati. Ma la rappresaglia, nel contesto bellico, è stata tutto sommato limitata. Sono da attendersi ben altre azioni che possano essere simbolicamente paragonabili allo smacco subito nelle acque contese. Il presidente Zelensky ha evocato il rischio del ricorso russo all'arma nucleare, verosimilmente ordigni tattici, da impiegare sul campo di battaglia per vincere la resistenza e ottenere un effetto psicologico di terrore e demoralizzazione.

L'atomica, qualunque sia il suo raggio d'azione, è però un possibile boomerang sul fronte internazionale. Un tale tabù è diventato l'utilizzo delle armi che sconvolsero Hiroshima e Nagasaki da sconsigliare di lanciarle, se non in un'escalation da fine del mondo. Non è infatti difficile prevedere che se Putin ordinasse di sganciare una testata nucleare sulle truppe ucraine anche l'appoggio o la non ostilità di tanti Paesi e di parte delle opinioni pubbliche in altre nazioni verrebbero immediatamente meno. Il crimine di guerra peggiore gli sarebbe imputato perennemente, senza prescrizione, al di là delle generiche accuse di genocidio che sono state finora mosse dal capo della Casa Bianca. Va, tra l'altro, considerato che la procedura russa per gli attacchi atomici prevede tre via libera distinti attraverso la digitazione di codici che sono, per quanto noto, in possesso del presidente, del ministro della Difesa Shoigu e del generale Gerasimov. Sembra quindi improbabile che una mossa così devastante, e politicamente azzardata, possa trovare l'assenso di tutto il vertice di Mosca, quand'anche lo Zar volesse portare il mondo sull'orlo della catastrofe.

Che cosa può dunque prevedibilmente fare il Cremlino? Ecco il quesito più difficile. Nelle ultime ore, i super bombardieri sono entrati in azione su Mariupol, per la prima volta nella guerra, al 51° giorno. Non si è trattato tuttavia di un bombardamento a tappeto. Mentre l'Ucraina aspetta a giorni rifornimenti di armi pesanti americane per prepararsi a reggere l'urto dell'offensiva attesa sul Donbass, si ipotizza che ora la necessità di difendere Odessa in forze sia diminuita e quindi altre truppe possano muovere verso i fronti più caldi. Il segretario di Stato Usa, Blinken, ha ipotizzato che il conflitto possa, anche per questo, prolungarsi per l'intero anno. Una prospettiva spaventosa, viste le stragi e le distruzioni compiute finora durante poco più di un mese e mezzo d'invasione.

Ma è legittimo a questo punto porsi la domanda se Putin possa davvero perdere la guerra che ha avviato il 24 febbraio. Perdere non vuole che i soldati di Kiev varcano la frontiera e avanzano verso Mosca, ma semplicemente che resistono per mesi sulle posizioni attuali e provocano una decimazione delle truppe e dei mezzi russi. Qualcosa di inaccettabile per il Cremlino, stretto dalle sanzioni e forse presto alle prese con un possibile stop dell'acquisto di energia da parte dei Paesi europei.

Più la crisi si prolunga, più la Russia si indebolisce. E questo fa probabilmente gola all'Amministrazione Biden, che si è trovata un'occasione insperata per logorare Putin. L'incognita diventano pertanto le nuove mosse che lo Zar tenterà di mettere in campo per uscire dall'angolo. Sarà tentato da un attacco più massiccio sulle città per piegare definitivamente la difesa ucraina? O continuerà la guerra senza mutare tattica, per conquistare l'Est e poi cercare una soluzione diplomatica che lo rimetta nel consesso internazionale? Le sue scelte non saranno indipendenti dalla condotta del fronte occidentale, che per questo dovranno essere ben calibrate e coordinate con Kiev. L'obiettivo non può che essere il cessate il fuoco e una pace giusta.