Opinioni

Ucraina. Guerra giorno 148: quanto pesa il destino dei leader, Draghi, Johnson e Putin

Andrea Lavazza giovedì 21 luglio 2022

La guerra in Ucraina è giunta al 148° giorno, con continui attacchi russi che mietono vittime civili e vicende politiche che interessano il fronte occidentale a sostegno di Kiev. Due persone sono morte e altre 19 sono rimaste ferite, tra cui un bambino, nei bombardamenti delle ultime ore su Kharkiv, diventata di nuovo un obiettivo costante dell’Armata. Intanto il bilancio dei minori uccisi finora durante l’invasione del Paese da parte di Mosca è salito a 358. Si spara e si combatte anche nel Donbass, pur con intensità minore rispetto alle scorse settimane, e la linea del fronte non si sposta significativamente.

In questa situazione di quasi stallo bellico assumono forte rilievo i movimenti politici nelle capitali coinvolte a vario titolo nel conflitto. E in queste ore tengono banco le dimissioni del premier italiano. All’inizio delle difficoltà della coalizione, i commenti russi avevano ironizzato sulla possibile caduta di un altro governo ostile, dopo quello di Johnson in Gran Bretagna. Alle ultime affermazioni della portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, aveva replicato con fermezza la Farnesina a nome del ministro Di Maio, sottolineando i tentativi di interferenza messi in atto dal Cremlino. Ma il precipitare della situazione cambia lo scenario.

"Sono sicuro che Putin farà un brindisi, forse con un prosecco. Sarà molto felice oggi e non è una buona notizia per l'Unione europea, l'Occidente e l'Ucraina", ha commentato il segretario del Pd, Enrico Letta, già presidente del Consiglio ed esperto di politica internazionale come docente all’Institut d’Etudes politiques de Paris. Un timore condiviso da molte cancellerie e dalla Casa Bianca, che pubblicamente hanno elogiato con enfasi Mario Draghi per il suo impegno europeista e atlantista, esprimendo la convinzione che l’orientamento di Roma non cambierà. Sotto traccia però le preoccupazioni sono palpabili.

In realtà, non vi sono per ora indizi concreti che il fronte che dà all’Ucraina la capacità di resistere con efficacia all’invasione russa sia in una fase di sfarinatura. Se a Londra si sta scegliendo all’interno del Partito conservatore il successore del premier Boris Johnson, l’attuale favorita è la ministra degli Esteri Liz Truss, considerata una Lady di Ferro, già tra le più determinate nell’opposizione alla guerra mossa da Putin. Ed è di queste ore la conferma che Londra invierà decine di cannoni, più di 1.600 armi anticarro, centinaia di droni e oltre 50mila munizioni in Ucraina, tenendo fede alla promessa di Johnson, fatta a giugno, di forniture belliche per un miliardo di sterline. “Insieme ai nostri partner internazionali, faremo in modo che Kiev disponga degli strumenti per difendere il proprio Paese dall'invasione illegale russa”, ha affermato il ministro della Difesa Ben Wallace.

Mentre il presidente ucraino Zelensky si è detto "sinceramente grato a Draghi per il sostegno incrollabile all'Ucraina nella difesa dei valori europei comuni: democrazia e libertà” e sicuro che "continueremo a lavorare per aumentare la cooperazione tra l'Ucraina e l'Italia", qualcuno ha malignamente insinuato che una foto come quella dello stesso Draghi con Macron e Scholz nel treno oscurato verso Kiev non si ripeterà più. Si tratta, forse, più della speranza di Mosca che non di una previsione affidabile. Infatti, in contemporanea all’addio del premier italiano, il Consiglio Ue ha adottato nuove misure per rafforzare le sanzioni economiche esistenti nei confronti della Russia, perfezionarne l'attuazione e rafforzarne l'efficacia.

Il più recente pacchetto introduce un divieto di acquistare, importare o trasferire, direttamente o indirettamente, oro, se originario della Russia e successivamente esportato dalla Russia nella Ue o in qualsiasi Paese terzo. Il divieto riguarda anche i gioielli. Viene esteso l'elenco degli articoli sotto monitoraggio, che potrebbero contribuire al progresso militare e tecnologico della Russia o allo sviluppo del suo settore della difesa e della sicurezza, rafforzando così i controlli sulle esportazioni di tecnologia avanzata e a duplice uso.

Nel giorno in cui l’intelligence americana smentisce tutte le voci sulla salute del presidente russo, che godrebbe di ottima salute, malgrado le molte indiscrezioni non confermate su una sua malattia, si sono diffuse false notizie su un presunto ricovero di Zelensky in gravi condizioni, subito totalmente smentite. A dimostrare come in questa fase siano le decisioni e i destini dei leader a condizionare l’andamento della crisi più che i movimenti delle truppe sul terreno.