Il direttore risponde. Uccidere il ladro? Ogni vita è sacra (no ai profeti della «lotta continua»)
Caro direttore,
l’uccisione di un ladro, vero o presunto, è un diritto del cittadino? Oppure, la proprietà è sacra, al di sopra di ogni altro bene? In realtà, la proprietà non è il primo diritto della persona, ma uno strumento efficace per la sua affermazione e per la sua tranquillità familiare e sociale. Prima della proprietà e a essa sovraordinata è la vita; inoltre, sulla proprietà privata grava una “ipoteca sociale”. Dovrebbe essere questo il principio che regola i rapporti umani e ispira la legislazione e i giudizi dell’opinione pubblica al di là delle reazioni immediate di fronte a episodi di giustizia sommaria, che è sempre ingiusta e causa di ulteriore violenza. Peggio ancora se, sull’onda della paura e del risentimento, si andasse diffondendo il metodo di tipo americano del farsi giustizia da sé (il cosiddetto Far West), rinnovata barbarie: metodo tanto più ripugnante se sostenuto e diffuso da responsabili politici e amministrativi che, forti di una malintesa autorità, fondano aspirazioni politiche sulla paura, sull’egoismo e sull’ignoranza dei loro seguaci e si ergono a moderni profeti di una “lotta continua”: oggi gli emigranti, i ladri, gli accattoni… e domani? Eppure la vita, anche del più incallito delinquente, è sempre sacra: duemila anni di cristianesimo dovrebbero avercelo insegnato. Dare il tempo per un appropriato pentimento e per una giusta punizione dovrebbe essere il primo e vero compito di una giustizia obiettiva e rasserenante per tutti gli attori dl dramma.