La strage di Fidene. Tutta la (non) logica della guerra nell'odio esploso in condominio
Leggo e rileggo la strage avvenuta in una riunione condominiale a Roma, nel quartiere periferico di Fidene, e sento agitarsi dentro di me un trauma caricato nel mio Dna: sono un condòmino scrupoloso, ho partecipato a tante riunioni di condominio, non è mai successo niente, ma le ho sempre sentite cariche di una violenza repressa, di una tensione ostile di tutti contro tutti.
Una riunione di condominio dovrebb’essere una rimpatriata tra vecchi amici, sul tavolo dovrebbero esserci pasticcini e vino dolce, offerti dal padrone di casa, ospitante a rotazione. Invece qui a Fidene si son riuniti fuori dal condominio, in un bar dei paraggi, il nome del bar è (neanche a farlo apposta) “Il posto giusto”. Si dovevano discutere le spese di una residenza di villette, proprietà aggiuntiva dei condomini, e la divisione delle spese scatenava litigi perché c’era (c’è sempre) qualche signore che non voleva pagare. È questo signore che ha sparato e ha fatto la strage.
Ma come fa a fare una strage del genere, sette vittime, tre morti e quattro feriti? Ecco come: s’è presentato con una pistola, ha gridato subito: “Vi ammazzo tutti”, e ha aperto il fuoco. Voi penserete, come me: così puoi colpire una persona, massimo due, ma nel frattempo le altre ti saltano addosso e ti disarmano. No, non va così, perché qui il killer aveva una pistola con un caricatore da 16 colpi. Con 16 colpi uno che voglia uccidere può sparare a lungo. Ma esistono caricatori da 16 colpi? Ai miei tempi, quand’ero sotto le armi, no. Adesso li fanno? Sì, e son caricatori per la pistola Glock, che è proprio quella che ha sparato qui a Roma. Sto cercando di capire la predisposizione a uccidere di quest’uomo (di questo condòmino), se è stato un raptus, o se si può sospettare che ci pensasse da tempo.
A mio parere, che è il parere di un pacifico borghese il quale pensa che i contrasti tra condòmini non si eliminano eliminando i condòmini, pistole che usano caricatori da 16 colpi non dovrebbero esistere. 16 colpi sono una raffica, e la raffica fa parte della guerra. Dunque questo condòmino è andato alla riunione di condominio come se andasse in guerra. Già pieno di furore. Non ce l’aveva contro uno o l’altro, ma contro tutti: “Vi ammazzo tutti!”. Non è raro che tra condòmini corra un’avversione sotterranea, che un condòmino si senta fregato dagli altri, arrivi astioso alla riunione e se ne vada più astioso di prima. Nella riunione di condominio si discute il bene più prezioso che abbiamo oggi, la casa, cioè l’appartamento, lasciando il quale ai nostri figli confermeremo il nostro e il loro amore.
Ci son sempre beghe di appartamento, delibere ambigue, verbali con un ordine del giorno balengo, assemblee con un terzo dei condòmini che prendono decisioni possibili solo con due terzi, e simili. Per contrastare queste delibere dovresti ricorrere al processo civile. Ma lo aspetti 6 anni, è una rogna che lasci ai figli, che perciò ti odieranno. Con i problemi condominiali devi convivere. Devi far la pace. Questo condòmino romano ha fatto la guerra. Tre morti e quattro feriti. Crede di aver vinto. Ma adesso?