Truffe e furti agli anziani: la prevenzione vale tanto
Caro direttore,
quante volte, purtroppo, si devono leggere sui giornali articoli con questo titolo: «Truffa anziana e fugge con l’oro»... E, certamente, non si possono accusare persone anziane e ingenue per essere cadute in questi imbrogli. Allora mi chiedo: non è proprio possibile svolgere un’azione costante, vorrei dire martellante, rivolta direttamente a questi soggetti deboli ma anche a tanti altri perché se ne facciano portavoce. E che cosa accadrebbe, per esempio, se al termine della Messa domenicale il celebrante, oltre a informare sugli impegni settimanali, rivolgesse “sempre” anche un invito volto a mettere in guardia contro questi atti criminali?
I sacerdoti, caro amico, attraverso le parole che rivolgono ai fedeli invitano a tante forme di prudenza, di coerenza e di generosità. Magari qualcuno rivolge anche raccomandazioni come quella che lei suggerisce, soprattutto in periodi – come quello estivo – di maggiore vulnerabilità per le persone sole e anziane. Non si può imporre ai nostri preti anche un tale compito. Posso solo dirle che se e quando se ne fanno carico, non rubano il mestiere a nessuno, certo non alle forze dell’ordine. La mia esperienza di cronista e di cittadino, oltre che iniziative che ho visto assumere a Milano, la città in cui ha sede “Avvenire”, mi porta però a sottolineare che sugli uomini e le donne in divisa possiamo e dobbiamo contare nella prevenzione tanto quanto nella repressione. Lei tocca, insomma, un tasto giusto. Crimini come le truffe e i furti compiuti con il raggiro e il millantato credito (farsi passare per chi non si sì è: poliziotti o addetti a qualche servizio) si possono evitare, o almeno ridurre fortemente, in due modi: con un’azione di sensibilizzazione delle potenziali vittime e con un presenza costante, di “presidio”, degli edifici (penso, per esempio, a telecamere condominiali) e del territorio. La sicurezza non si garantisce solo con le parole, ma con atti concreti.