Il direttore risponde. Tre esclamativi di pietra per riaffermare i diritti inviolabili di ogni persona
Caro direttore,
domani, domenica 13 settembre, ci sarà un grande evento alle Tre Cime di Lavaredo. Già lo scorso anno c’è stata la partecipazione di migliaia di persone che si sono trovate ai piedi delle famose vette dolomitiche, tante mani intrecciate hanno formato un anello umano con lo scopo di promuovere i diritti umani. È più che mai necessario ribadire e rinnovare a tutti, ma ancor prima a noi stessi, il senso del valore dei diritti fondamentali della persona. È, infatti, sotto gli occhi di tutti ciò che sta avvenendo nel mondo, e persino nella nostra «civile e pacifica» Europa. Pacifica e civile a giorni alterni, mi viene da dire. L’immigrazione per paura e per fame di centinaia di migliaia di poveri disgraziati che scappano dalla guerra, dallo sfruttamento, dall’oppressione e dalla negazione dei diritti umani mette alla prova la nostra pacifica civiltà. Perché noi cittadini di Paesi sviluppati ed emancipati a certe sofferenze neanche ci pensiamo, diamo per scontato – come diamo per scontato il processo della respirazione – che i diritti umani debbano essere rispettati. Ora tanti perseguitati e vittime di ingiustizia stanno venendo nei nostri Paesi per riappropriarsi del futuro, per fame di dignità, e di libertà, diritti di cui anche noi li abbiamo depredati in tanti modi o l’abbiamo lasciato fare! Importanti leader politici europei hanno cambiato sguardo e atteggiamento, aprendo a un’accoglienza saggia e sempre meglio regolata. Ma alcuni Stati della Ue continuano a erigere muri e recinti con filo spinato, e – ancor peggio – sono persino arrivati a "marchiare" queste persone. E non pochi affermano che vanno arrestate, isolate, allontanate dal «proprio suolo»- Come se la terra dove ognuno di noi vive e si relaziona con i propri simili fosse proprietà privata... Ma ogni persona ha diritto di vivere in pace e in sicurezza. E nell’autentico patrimonio di ognuno di noi, ovunque sia nato, ci sono diritti umani intangibili. Mi auguro perciò che la catena umana che si formerà attorno alle Tre Cime di Lavaredo sia vista in ogni dove. E il messaggio sia come un grido di aiuto per dare voce a chi non ha voce, per dire ai governanti del mondo che ora è necessario rispondere all’emergenza dei profughi, ma prima di tutto bisogna adoperarsi perché siano garantiti ovunque i diritti umani.
Adelio De Gol, Feltre