Il direttore risponde. Testimoni (solitari) della cultura italiana
Fr. Ruggero Valentini Tirana (Albania)
Noi di Avvenire, caro fratel Ruggero, conosciamo piuttosto bene l’esperienza dell’Università italiana di Tirana promossa dalla Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione, attraverso una fondazione di cui lei è presidente. E, poco più di un anno fa, con il servizio realizzato da Enrico Lenzi, abbiamo dato conto dei traguardi raggiunti da un giovanissimo (ha appena sei anni di vita), ma già ben strutturato Ateneo. Iniziative di questo tipo – anche perché totalmente senza fini di lucro e perciò capaci di coinvolgere all’insegna della solidarietà istituzioni pubbliche e realtà private – offrono una testimonianza assai bella e del tutto convincente, dimostrando che l’alta formazione dei giovani è il terreno ideale per costruire concretamente l’amicizia tra nazioni amiche e vicinissime. Credo che lei non esageri affatto nel definire l’Università Nostra Signora del Buon Consiglio «la più consistente iniziativa culturale italiana all’estero». I numeri che ci ricorda parlano chiaro e ribadiscono di che cosa sia capace il "privato sociale" cristianamente ispirato. Così come sono estremamente eloquenti i dati sul deficitario impegno dello Stato nel sostegno e nella promozione della lingua italiana (che nonostante tutto è, oggi, tra le cinque più studiate al mondo). L’editoriale del 4 luglio di Ferdinando Camon questo ha, con efficacia, messo in luce. C’è solo da augurarsi che l’esempio che viene dalla vostra iniziativa cominci finalmente a essere ben compreso e seriamente raccontato. Ma, soprattutto, che che si riveli contagioso.