Caro direttore,
concordo pienamente con quanto scrive Giorgio Israel sulla situazione del conflitto israelo-palestinese e sulle possibili vie di uscita. Dal 1987 mi reco in quella regione e mi sono fatto un’idea sufficientemente chiara attraverso interviste, colloqui e scambi di opinione con ebrei e arabi israeliani e palestinesi, di Samaria, di Giudea e di Galilea. Credo che molto possa ancora essere fatto dai cristiani, dai cattolici in particolare, per capire le ragioni degli uni e degli altri e per aiutare a giungere alla formazione di due Stati sovrani e democratici (uno lo è già ed è Israele, pur con tutte le
défaillances presenti in tutti gli Stati democratici), reciprocamente rispettosi e garanti della convivenza.
Maurizio Del Maschio
Gentile direttore,
vi ringrazio per la pubblicazione dell’articolo di Giorgio Israel su Avvenire di sabato 8 ottobre, di tutt’altro tenore rispetto all’intervista al politologo egiziano di qualche settimana fa. Qui riconosco lo stile del "mio" quotidiano cattolico: equilibrato, non fazioso, intelligente, curioso, controcorrente (ossia non prono al politicamente corretto imperante sui media nazionali). Continuate a illuminarci, anche voi contribuite a rendere l’aria più respirabile, secondo l’auspicio del cardinale Bagnasco. Buon lavoro.