Gentile direttore,

viviamo un periodo nel quale sono messi in discussione il nostro modo di vivere, le nostre abitudini, le nostre convinzioni e le nostre certezze, e forse è anche un’occasione per fermarci a riflettere su che cosa è veramente importante per la nostra vita, su come poter essere felici e in armonia con noi stessi e soprattutto con gli altri, con il “mondo esterno”. La felicità non è uguale per tutti, per alcuni può essere la realizzazione di sé stessi, nel lavoro, nella formazione di una famiglia, nel volontariato, nell’aiutare gli altri e in tante altre situazioni e sfumature, anche intime e personalissime. Io credo che si possa essere o tornare sereni se si dà giusto valore a tutto ciò, poco o tanto, che si può avere. Ecco, possedere questo stato d’animo è la strada per ricercare la felicità, avendo voglia di vivere e amando la nostra esistenza anche con le sue difficoltà e le contraddizioni di una società sempre più complessa. Io penso che sia possibile fare questo e tenere un punto fermo nella nostra esistenza: amare il prossimo. E questo oltre ogni convinzione religiosa, politica o di altro genere .

Penso che ciò che lei scrive, gentile lettore, sia vero. E penso anche che, per amare davvero il prossimo, si debba far sbocciare il bene che è in noi e che su questa strada è necessario conservare nel cuore, nei pensieri e nella bisaccia il patrimonio di valori e di idee che ci fa ciò che siamo. Rispetto e apprezzo il cammino e la bisaccia di ogni altro e altra che, col suo proprio passo, va nella giusta direzione, ma personalmente ogni giorno ringrazio Dio, i miei genitori e i buoni maestri e amici che ho avuto per avermi fatto incontrare Cristo e per avermi insegnato a riconoscerlo nelle vittime delle nostre società egoiste, diseguali e purtroppo ancora violente. Ma, ripeto, lei ha ragione: sentire che tanto è messo in discussione può e deve diventare il motore di un cambiamento personale e collettivo che comincia dalla nostra stessa vita. È un ottimo augurio per questo inizio d’anno.