Opinioni

Lo sport dà verdetti chiari. Sulle piste e nelle corsie il merito si fa valanga

Ferdinando Camon martedì 23 agosto 2022

Ho fatto, come tutti voi, una scorpacciata di gare di nuoto e di atletica. E non è vero che è perché in tv non c’era altro: in tv c’era e c’è tanto altro, ma il fatto è che le gare di nuoto e di atletica hanno un loro potere di richiamo e di seduzione, e chi come me è abituato a ben altre gare e ben altri premi (i libri, i festival, i grandi concorsi letterari), seguendo in tv le trasmissioni in diretta delle gare in vasca o in pista, con le relative premiazioni, capisce presto perché: perché le premiazioni nel nuoto e nell’atletica sono oneste, chi premi come primo è arrivato effettivamente primo , chi onori del titolo di campione nella corsa dei cento me- tri è effettivamente il campione dei cento metri, nessun altro vale quanto lui.

E se ha barato, sa che perderà tutto inesorabilmente. È così nei libri? Mai. Neanche col premio Nobel? Neanche. Il premio Nobel della Letteratura 2019 Peter Handke è stato messo in dubbio sia al momento dell’assegnazione, con l’accusa che non aveva scritto poi gran che, sia più tardi, anche di recente, con l’accusa di esprimere giudizi tolleranti o approvanti verso la parte serba, a proposito della guerra civile nell’ex-Jugoslavia, e questo a lui, vicino alla cultura serba, non è consentito. In Italia è sempre stagione di premi letterari.

Ma se un libro viene premiato come più bello, meglio scritto, rispetto agli altri, tutti ci domandiamo: è vero? È questo il libro più bello? Quasi mai rispondiamo di sì. Abbiamo il cervello intasato di premi assegnati ma discutibili e poco credibili. Ed ecco, arriva questa valanga di premi nel nuoto e in pista, e ognuno di essi è chiaro, lampante, indubitabile, vediamo chi viene premiato e sappiamo che se lo merita. Lo sport è un campo dove effettivamente impera il merito. Che è un grande assente da tutto il resto della vita sociale e civile. Ci fa bene, a tutti, questa immersione nel mondo delle gare e delle premiazioni.

Ne usciamo migliori. Lo sport le ha inventate tutte, per meritare questa credibilità. La ripresa televisiva di ogni gara, metro per metro. Il fermo-immagine, per vedere se il piede dell’atleta supera o no la linea inviolabile. La massa di atleti che torna a casa con la medaglia d’oro o d’argento potrà sempre vantarsene. Con i premi culturali non va così. Troppi intrallazzi, accordi, patti, do-ut-des. Lo sport gode di una buona considerazione. Se la merita.