Il direttore risponde. Sulla frontiera, col giusto respiro
Caro direttore,
mi sono recentemente imbattuto in un video amatoriale girato durante i funerali di quel ragazzo morto domenica scorsa in un incidente stradale mentre tornava con un pullman di tifosi del Brescia dalla trasferta a Livorno. Sono rimasto profondamente commosso: al termine del funerale nella chiesa parrocchiale del suo paese, Lumezzane, si sono radunati fuori dalla chiesa un migliaio di giovani, con sciarpe e bandiere di moltissimi gruppi ultrà del Nord Italia e hanno intonato in maniera potente un canto alla Madonna, per salutare l’amico scomparso. Spesso noi accusiamo questi ragazzi di essere vandali, ai margini della società e chiediamo alle forze dell’ordine di usare il “pugno di ferro”. Beh, un canto alla Madonna cantato così, in maniera semplice, per affidarle il dolore della morte dell’amico, mi insegna molto di più sulla vita e sulla fede che tanti discorsi fatti da chi spesso ritiene di avere la verità in tasca e pensa di fare un favore a dispensarla... Questo è il link al video del canto-preghiera e qui, a seguire, c’è il testo: «L’ha scolpita in un tronco d’abete un bel pastorello / dall’altare di quella cappella, Lei guarda la valle / poi qualcuno, colori e pennello, l’ha un dì pitturata / ora è il simbolo d’ogni viandante che passa di là / Madonnina dai riccioli d’oro stai pregando, su dimmi per chi: / per quell’uomo che suda in un campo / per la donna che soffre da tempo. / Tu d’estate sei lì sotto il sole / nell’inverno tra il gelo e la neve / ma al tepore della primavera / circondata di fiori sei Tu / filo diretto col Paradiso / dona ai malati un conforto, un sorriso / prega tuo Figlio, digli che noi / siamo bresciani e siam figli tuoi».
Luca Pirola
Caro direttore,
ho partecipato da poco a una Messa esequiale di una signora a me carissima, e vorrei confidarle le mie emozioni. Innanzitutto, il funerale era a Portofino, con mia sorpresa il corteo con il parroco si è mosso, a piedi, dall’Oratorio fino alla chiesa parrocchiale, passando per le strade affollate di turisti e per la celeberrima piazzetta. Al termine della celebrazione il parroco ha accompagnato il corteo fino al cimitero. In un mondo dove sempre di più si vuole mettere in disparte tutto ciò che riguarda la “religione”, io in questo luogo ho visto la presenza di Nostro Signore vicino nell’ultimo viaggio a chi ci lascia, e conforta chi è nel dolore del distacco. Questa non è una notizia da prima pagina per le riviste di gossip, ma fa bene sapere che Portofino non è solo bella per il suo paesaggio o importante per i personaggi famosi che la frequentano, ma è ancora e sempre bella per il suo cuore che custodisce la Fede.
Graziella Matzuzzi, Santa Margherita Ligure
La fede, la speranza e l’amore non hanno bisogno di gesti pubblici ed eclatanti per essere vissuti con autenticità, ma li producono. Da sempre. Ed è così anche in questo nostro tempo, che a volte ci sembra segnato da smemoratezze, supponenze e prepotenze tese a edulcorare o a smentire, e comunque a rimuovere, lo scandalo della Croce, ammutolendo l’amore, umiliando la speranza e mortificando la fede. Le virtù cristiane che tutto illuminano. Proprio per questo non possiamo abbatterci. La forza buona di quello che chiamo spesso il tenace “respiro cristiano” della nostra gente, un respiro che la tenerezza di Maria sostiene da secoli, continua a emergere in molti modi, e ancora di più quando i gesti comunitari, i sentimenti, le attese profonde e le ragioni della fede ci accompagnano sulla frontiera povera e inevitabile della morte, mettendoci alla prova suprema della fragilità, del distacco e dell’affidamento.
Ringrazio di cuore la signora Graziella e il signor Luca per averci aiutato a riflettere su tutto questo con i due così diversi ed egualmente vividi quadri che hanno dipinto per noi.