Le sentenze (di primo grado e di appello) in base alle quali la Fiat dovrà assumere ora 19 lavoratori iscritti alla Fiom, e in seguito altri 126, sono di quelle che si potrebbero definire al tempo stesso "creative" del diritto e "distruttive" della libertà d’impresa. Ma, salvo diverso pronunciamento della Cassazione, devono essere rispettate. E soprattutto non si può, per contrastarle, prendere in ostaggio i lavoratori e la loro dignità. La spirale della guerra nei tribunali tra Fiom e Fiat va spezzata con gesti di buon senso, prima ancora che di generosità. Nell’organico di Pomigliano, ora a quota 2.000 dipendenti, c’è posto per questi 19 e gli altri da reintegrare. Senza licenziare nessuno. Non in un’azienda che chiude comunque un’ottima trimestrale, paga milioni ai manager di vertice e ricorre a milioni di ore di cassa integrazione.