La lettera. Sovranisti a convegno da Salvini. Che ruolo per chi si dice cattolico
Salvini durante il raduno dei giorni scorsi a Firenze
Caro Avvenire,
domenica, indetto dall'on. Salvini, capo della Lega, c'è stato a Firenze un «raduno di putinisti, omofobi, cattolici radicali e fondamenta-listi, razzisti e anti-italiani», come ho letto su alcuni media. Ciò che mi ha colpito è stata la partecipazione di cosiddetti cattolici radicali e fondamentalisti, una setta che ancora non conoscevo. Vorrei una parola chiara per impedire che si propaghi una confusione tra vero cristianesimo e ateismo.
Giampiero Rorato, Motta di Livenza (TV)Caro Rorato, la sua lettera è molto severa e fa proprio un resoconto semplicistico dell’evento politicamente più significativo delle ultime settimane. A Firenze hanno dato forfait Geert Wilders, fresco vincitore a sorpresa delle elezioni olandesi, e Marine Le Pen, sovranista di fama e lungo corso, ma l’incontro ha messo in chiaro, per chi voglia vedere, quali sono gli obiettivi dei partiti uniti sotto l’etichetta europea di “Identità e democrazia”. Detto questo, a me ha dato l’impressione di un serata al bar di un gruppo di maschi bianchi che fanno battute sulle donne (anche se erano presenti esponenti femminili), se la prendono con l’invasione degli stranieri - preferibilmente di colore e islamici - irridono gli omosessuali e si vantano dei propri Suv inquinanti, deprecando un mondo che va a rotoli per colpa dei comunisti, dell’oppressiva burocrazia di Bruxelles e di qualche finanziere ebreo. Già che c’erano, hanno distribuito consigli non richiesti all’Ucraina perché si arrenda a Putin e non disturbi più con l’idea di restare libera, stante che la vera libertà è scegliere che cosa mangiare senza le “imposizioni” Ue della carne coltivata. Finita l’adunata e svanito il finto cameratismo che li faceva abbracciare, ogni leader tornerà a privilegiare il proprio interesse nazionale, primo tra tutti proprio Wilders, che durante la crisi alzava in piazza il cartello “niente soldi all’Italia”. Ci sono cattolici nella Lega, nel Rn francese, nell’Afd tedesca e tra i polacchi di Konfederacja? Certamente sì, sia dirigenti sia elettori. E come spesso succede per le cose umane, nei loro programmi si mescolano istanze positive - difesa della vita, spazio ad (alcuni) valori cristiani con il peggiore armamentario del populismo conservator-reazionario che di evangelico ha ben poco. Però alle urne i partiti della destra identitaria raccolgono consensi perché intercettano diffuse paure e insicurezze - spesso alimentate ad arte, ma anche reali, in un’epoca di grandi trasformazioni e vasti spostamenti umani. Qual è allora il modo di distinguere il grano dal loglio? Innanzitutto, valutare ciò che di concreto potranno fare rispetto alla propaganda. Spesso cavalcano falsi allarmi o minimizzano vere emergenze, salvo poi dover fare i conti con la realtà. E, quando riescono a governare, non sono così propensi a realizzare politiche “cristiane”. Pensi, caro Rorato, alla velenosa campagna mediatica in corso contro la Chiesa italiana. Ha notato da che parte arriva?