Giappone. Sostenibile e hi-tech: a Woven City le prove della città perfetta
Un altro modo di vivere, di muoversi e di pensare. È con questa motivazione che, dopo aver rinviato i lavori un anno fa per lo scoppio della pandemia, il colosso tecnologico e dell’automotive giapponese Toyota Motor ha iniziato la costruzione di una 'città intelligente', ai piedi del Monte Fuji, come banco di prova per l’applicazione delle sue tecnologie sperimentali su robotica e intelligenza artificiale, prima della loro diffusione su larga scala. Woven City, questo è il nome della città, sta nascendo nell’area dell’ex stabilimento della Toyota da 70 ettari a Susono, nella prefettura di Shizuoka, in Giappone, sulla base di un piano urbanistico disegnato dall’architetto danese Bjarke Ingels, già ideatore del secondo World Trade Center di New York, del quartier generale di Google in California e della Lego House in Danimarca.
La città sarà alimentata da elettricità proveniente solo da celle a combustibile idrogeno- ossigeno e pannelli solari, e ospiterà test su veicoli a guida autonoma, robot e intelligenza artificiale in un ambiente reale. Gli edifici saranno quasi interamente realizzati in legno per ridurre al minimo le emissioni di CO2, e le case utilizzeranno l’intelligenza artificiale per monitorare lo stato di salute delle persone. La città, destinata ad accogliere inizialmente 2.000 abitanti, è realizzata in collaborazione con il gigante delle comunicazioni Nippon Telegraph & Telephone Corporation e ospita già in questi giorni un primo gruppo di 360 uomini e donne, per lo più dipendenti del gruppo impiegati nei lavori di progettazione e costruzione. Persone che a Woven City vivono, lavorano e occupano il loro tempo libero non per essere soggetti passivi di un gigantesco esperimento, ma per guidarne uno senza precedenti, che dovrà permettere a scienziati e ricercatori di vedere applicate le loro innovazioni in un ambiente nato per accoglierle, con l’impronta urbanistica desiderata e le più avanzate infrastrutture dal punto di vista dell’accesso all’energia e alle telecomunicazioni.
La mobilità, che rappresenta ovviamente uno dei temi di principali del progetto, prevede un intreccio di percorsi rigorosamente pedonali con una viabilità dedicata a mezzi a guida autonoma e una per i micro-veicoli di mobilità personale. La distribuzione delle merci avviene attraverso una rete di collegamento sotterranea. Il tutto a 'emissioni zero' e con ampie zone verdi che si intersecano con le strade e circondano le abitazioni. «Costruire una città completa dalle fondamenta, anche su piccola scala come questa, è un’opportunità unica per sviluppare le tecnologie del futuro, compreso un sistema operativo digitale per le infrastrutture locali. Con persone, edifici e veicoli tutti collegati e in comunicazione tra loro attraverso dati e sensori, saremo in grado di testare l’intelligenza artificiale connessa sia nel mondo virtuale che in quello fisico, massimizzandone il potenziale», ha detto Akio Toyoda, presidente della Toyota Motor Corporation.
Il progetto della città prevede tre differenti destinazioni d’uso per le strade: uno solo per i veicoli più rapidi, uno dedicato a velocità inferiori come mobilità personale e pedoni, e infine uno riservato a percorsi esclusivamente pedonali. Queste tre tipologie di strade si intrecciano a formare una griglia organica che aiuta anche ad accelerare e verificare la compatibilità delle vetture a guida autonoma con il sistema complessivo. Per spostare i residenti attraverso la città e per le consegne porta a porta infatti, saranno ammessi solo veicoli completamente robotizzati, senza pilota fisico e a emissioni zero trasformati anche in una sorta di negozi itineranti.
Woven City è ideata per essere completamente sostenibile, con edifici realizzati per ridurre al minimo le emissioni di CO2, utilizzando le tradizionali tecniche di falegnameria giapponese combinate con metodi di produzione robotizzati. I tetti saranno provvisti di pannelli fotovoltaici per disporre di energia solare oltre a quella generata dalle celle a combustibile a idrogeno. Toyota prevede di tessere gli esterni di tutta la città con vegetazione autoctona e idroponica. Le residenze saranno dotate delle più recenti tecnologie di domotica per facilitare la vita quotidiana. Le case utilizzeranno l’intelligenza artificiale basata su sensori per monitorare la salute degli occupanti, prendersi cura delle esigenze di base e migliorare la vita quotidiana. Il tutto insomma è studiato in modo da generare sicurezza e positività, anche se l’eccesso di tecnologia, e la presenza incombente di sistemi di controllo tanto sofisticati lasciano presagire scenari leggermente inquietanti e comunque poco consoni al rispetto della privacy.
I giardini di quartiere, il grande parco centrale per lo svago, così come la piazza principale per gli incontri sociali, sono invece progettati per riunire la comunità. Toyota ritiene che incoraggiare il legame umano sarà un aspetto altrettanto importante di questa esperienza: ha infatti in programma di accogliere a Woven City i suoi dipendenti e le loro famiglie, le coppie in pensione, i rivenditori, gli scienziati in vi- sita e i partner del settore. «Uno sciame di tecnologie diverse sta cominciando a cambiare radicalmente il modo in cui abitiamo e viviamo le nostre metropoli. Soluzioni di mobilità connesse, autonome, senza emissioni e condivise sono destinate a scatenare un mondo di opportunità per nuove forme di vita urbana – spiega Bjarke Ingels, fondatore e direttore creativo di questa città del futuro –. Con la portata delle tecnologie e dei settori a cui abbiamo potuto accedere e con cui abbiamo potuto collaborare grazie all’ecosistema aziendale Toyota, crediamo di avere con Woven City un’opportunità unica nell’esplorare nuove forme di urbanità e aprire nuove strade da intraprendere per altre città».
Una prospettiva probabile questa, partendo dal presupposto che secondo il “World Urbanization Prospects” delle Nazioni Unite, già oggi più della metà della popolazione mondiale vive nelle aree urbane e che nel 2050 quasi il 70% della popolazione mondiale abiterà nelle metropoli, con la necessità di trovare metodi di convivenza più sostenibili di quelli attuali. Ma la maggior parte degli analisti che stanno affrontando il problema e lo dibattono in convegni sempre più frequenti, sono convinti che il successo delle smart city del futuro lo faranno le persone e il loro coinvolgimento. Lo ha ribadito di recente anche lo Smart Mobility Forum, il primo dei quattro appuntamenti verticali di City Vision 2021, l’evento ideato da Fiera di Padova e Blum dedicato al futuro dell’intelligent city. Dalla transizione energetica all’utilizzo delle tecnologie 4.0, dalla “città dei 15 minuti” a una nuova centralità della natura, la città intelligente del futuro – è stato ribadito – è un organismo vivente che si compone di tanti strati. Con alla base le persone che ci vivono, e che costituiscono il principale motore della co-innovazione attraverso un processo che, coinvolgendo attivamente i cittadini, è in grado di rendere la loro vita migliore, più semplice e più sicura.