Opinioni

Pensiamo a questo nella giornata di domani. Sostenere la Chiesa un modo per servire tutti

Umberto Folena sabato 9 maggio 2009
Comunione, corresponsabilità, partecipazione, uguaglianza, trasparenza. Domani, Giornata di sensibilizzazione alla promozione del sostegno economico alla Chiesa, le parrocchie italiane hanno l’opportunità di mettere al centro queste cinque parole, nelle quali è racchiuso lo stile con cui essere comunità ecclesiale e comunità civile. Questo infatti è l’otto per mille per i fedeli: un modo per pensare non soltanto alla propria parrocchia e al proprio prete, ma a tutte le parrocchie e a tutti i preti. Al proprio quartiere, al proprio paese; a tutti i quartieri e a tutti i paesi, in Italia e nel mondo. È un modo, per la prima volta nella storia, per poter garantire ad ogni prete – dalla metropoli all’ultimo grumo di paesini di montagna – la stessa remunerazione di base.Ed è una forma di democrazia diretta, applicata al sistema fiscale: sono i cittadini, e non il ministro, a decidere la destinazione di una piccola quota del gettito fiscale. ' Sostenere la Chiesa per servire tutti', il documento con cui l’anno scorso i vescovi riprendevano e rilanciavano i temi e i valori del nuovo sistema, parla di quelle cinque parole come ' mete' ed ' obiettivi'. Nessuno è così ingenuo ed illuso da pensare che quelle cinque parole siano conquiste assodate. In particolare, i vescovi ricordano come il rendiconto sulla destinazione della quota di otto per mille assegnata alla Chiesa cattolica sia sempre stato particolarmente accurato e messo a disposizione di tutti, e assicurano: « Siamo fermamente intenzionati a continuare su questa linea, cercando, se possibile, di essere ancora più precisi e dettagliati». Ma la trasparenza è un obiettivo esigente da perseguire a tutti i livelli, al vertice come alla base: « Ogni comunità parrocchiale – scrivono i vescovi – ha diritto di conoscere il suo bilancio contabile, per rendersi conto di come sono state destinate le risorse disponibili e di quali siano le necessità concrete della parrocchia, perché sia all’altezza della sua missione» . Quelle cinque parole possono contribuire a combattere uno dei virus più pericolosi che insidiano entrambe le comunità, ecclesiale e civile: l’individualismo esasperato. La stessa democrazia diretta, alla base dell’otto per mille, è una democrazia solidale, perché le risorse messe a disposizione della Chiesa tornano tutte alla società, in forma diretta o indiretta. E le occasioni in cui risulta evidente come l’Italia abbia bisogno di solidarietà – per crescere, a volte soltanto per salvarsi – sono innumerevoli, e non occorrono i terremoti a ricordarcelo. Cinque parole per la comunità ecclesiale; cinque parole per tutti. Il nuovo sistema è solido perché affonda le sue radici in un concetto sano, positivo, moderno ed inclusivo di laicità; per questo non bastano le periodiche scossette laiciste a minarne la struttura. Le basi stanno nell’articolo 1 dell’Accordo di revisione del Concordato dell’ 84: « La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi al pieno rispetto di tale principio nei loro rapporti ed alla reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del Paese» .Sono indipendenti; ma collaborano, perché entrambi hanno a cuore il bene della persone e della società. E un cattolico che è responsabile e partecipa, fa crescere la Chiesa, ma rende migliore anche la società. Pensiamo a questo, domani. E a ciò che davvero l’otto per mille racchiude e rappresenta.