Il direttore risponde. Sordità, e un dettaglio rivelatore
Gentile direttore,
desidero esprimere il mio disappunto per la sordità dei politici, e di tanta parte dell’altra classe dirigente, al "grido di dolore" del popolo italiano. Scrivo subito dopo un tg domenicale, nel quale ho visto e ascoltato ministri tutti protesi a dirsi ottimisti e ad assicurare sostegno – con grandi sforzi economico-finanziari – a industrie nazionali e le famiglie. Balle, direttore, purtroppo solo balle. Tant’è che nel servizio giornalistico successivo ho visto entrare e uscire da Palazzo Chigi una serie di auto di servizio a politici o alti funzionari, ma non ne ho visto una, dico una sola, di fabbricazione nazionale! Oltre a ciò, non sono mai auto di modesta cilindrata… Chi le paga? Chi le mantiene? Chi le ha scelte a nome mio, suo e di altri milioni di italiani che soffrono anche la fame? Si calcola che siano 3 milioni e mezzo gli italiani nella povertà più totale e oltre 8 milioni quelli colpiti da povertà relativa e costoro, politici e contorno, ci danno questo spettacolo di insensibilità? Davvero stiamo facendo la fine di tanti sfruttati popoli del Terzo Mondo, ritrovandoci governati da corrotti, incapaci e avidi che lasciano al resto d’Europa le decisioni di casa nostra? Ci avevano promesso nuove regole prima delle prossime politiche, lei le sta vedendo? Si deve mettere mano alla giustizia, si può dire che ci sia una qualche seria proposta parlamentare? Lei sa, come lo so io, che la lentezza dei processi civili demotiva gli imprenditori italiani e allontana gli investitori esteri. Senza contare che ci sono state, e ci sono, sentenze che fanno mettere le mani nei capelli e scappare altrove, soprattutto dal Sud d’Italia... Che altro c’è da dire o da fare perché quelli che noi cittadini abbiamo messo "lì", in Parlamento e al Governo, si accorgano del baratro nel quale stiamo cadendo? Siamo costretti ad assistere a quotidiane e demolitorie picconate di quanto era stato costruito negli anni Sessanta del secolo scorso. Siamo con le pezze al sedere, mi scusi l’espressione, sebbene – e quanto mi fa rabbia pensarci – in Italia non manchino persone capaci, veramente capaci per affrontare le attuali problematiche. Purtroppo accanto a tanta capacità ci sono troppe persone arrivate immeritatamente in posti chiave sia a livello politico, che manageriale, che tecnico-scientifico. Stiamo buttando alle ortiche un’Italia sognata, sofferta, costruita con passione... Tanta parte delle ultime generazioni non sa nemmeno chi siano stati Olivetti, Mattei, Falcone, Borsellino e tanti, tanti altri che in ogni campo non ci hanno fatto vergognare di essere italiani. Quello che invece mi accade da qualche anno a questa parte...
Danilo Bove, Rimini