Il direttore risponde. Siria, la voce da non perdere
Gentile direttore,
appare veramente inconcepibile, per chi ha a cuore un minimo concetto di giustizia, che quotidianamente i mass-media ci riportino notizie di insensati massacri perpetrati in Siria nei confronti di civili inermi, mentre di contro assistiamo a un’opinione pubblica assai distratta o peggio assente relativamente alla denuncia di questa intollerabile situazione. Le cronache infatti ci riportano raramente notizie di manifestazioni di protesta o denunce che invece dovrebbero essere forti e tempestive (la diplomazia internazionale sembra, ma non più di tanto, finalmente accennare qualche timida reazione). Proviamo a pensare, per un attimo soltanto, se quanto fin qui avvenuto in Siria fosse accaduto in altre realtà geografiche, per esempio – senza allontanarsi molto dal luogo dei drammatici eventi richiamati – Israele: se, come in passato, questo Paese fosse stato appunto teatro di situazioni e conflitti comunque in scala molto più ridotta di quanto avviene in Siria, avremmo assistito a reazioni di diversa entità con conseguenti mobilitazioni e manifestazioni di protesta, magari non sempre pacifiche, forti appelli ai politici, alla stampa, alla diplomazia… È inevitabile poi fare una riflessione riguardo a quanti spesso vengono considerati con troppa immediatezza o bonaria indulgenza "paladini" dei diritti dei più deboli, ma che in questa ed altre drammatiche realtà tacciono, in maniera decisamente imbarazzante, sulle sofferenze delle popolazioni civili siriane.
Fabio Confalonieri, Milano